Razzismo all’italiana: “Non si affitta ai meridionali”

Razzismo all’italiana: “Non si affitta ai meridionali”

Sembrava ormai che l’odio razziale avesse “finalmente” unificato Nord e Sud contro gli “invasori” extracomunitari. E invece, il divario atavico tra Settentrione e Meridione continua a sedimentare, in modo non proprio silente.

La storia che vi raccontiamo oggi potrebbe benissimo essere ambientata negli anni ’70 ma, essendo figlia del pregiudizio, riguarda ancora una volta i giorni nostri. Perché nulla è cambiato a distanza di 40 anni, se non i canali di diffusione del pregiudizio.

A farne le spese i “terroni” che dal profondo Sud “salgono” nel freddo e ostile Nord per cercare fortuna, lavoro e casa. E se un tempo a dar loro il benvenuto erano i cartelli affissi sui portoni d’ingresso degli edifici che recitavano “Non si affitta ai meridionali“, oggi il monito viene diffuso in qualche annuncio pubblicato sui social network.

Lo racconta attraverso un post su Facebook Vittorio Savino, medico residente ad Aversa e dirigente dell’Asl di Caserta che, nei giorni scorsi, ha accompagnato la figlia a Padova per aiutarla a trovare una sistemazione per i prossimi mesi nella città veneta, dove dovrà seguire un corso di formazione: “Si naviga su internet e si gira per la città per trovare una soluzione. Prezzi tutto sommato non male, anzi in qualche caso buoni, ma c’è il trucco“.



Un trucco semplice quanto infido che consiste nelle particolari limitazioni applicate dai proprietari che offrono le abitazioni in affitto. È lo stesso medico a citare alcuni esempi: “Via Forcellini: non si fitta a studenti, meridionali, gay friendly, animali perché si vive in condominio. Via Facciolati: no a gay friendly, no pet friendly, no coppie con figli, trans, meridionali, specialmente napoletani e siciliani. Valutabili altre zone del centro sud. Zona Guidda Bassonello: solo a ragazze bella presenza del nord, no meridionali. Corso del popolo: no a gay, no a persone del sud, no sardi“.

E le limitazioni non sono finite qui. Come scrive Savino: “Ci sono divieti anche per lavoratori (??), ciccioni (???), neri, marocchini, persone in cattive condizioni di salute“.

Il post ha suscitato molto scalpore ed è stato condiviso e commentato da centinaia di utenti, ognuno raccontando la propria esperienza diretta, chi negativa, chi positiva.

La domanda, però, di fronte a tante limitazioni, che spaziano dalla provenienza geografica, alle preferenze sessuali, al giro vita, e chi più ne ha, più ne metta, è: quando smetteremo di avere paura dell’altro e supereremo pregiudizi retrogradi triti e ritriti?