Palermo, terzo pareggio consecutivo per una squadra che deve imparare a soffrire

Palermo, terzo pareggio consecutivo per una squadra che deve imparare a soffrire

PALERMO – Il pareggio acciuffato dal Palermo a Foggia, dopo che i rosa avevano rischiato seriamente la prima sconfitta, induce ad una serie di riflessioni. La prima è che la squadra deve imparare a soffrire.

Al cospetto dei “satanelli” di Stroppa, inferiori tecnicamente, con un bottino dopo tre partite di campionato di un punticino rimediato in casa con l’Entella e con un passivo di 11 reti, gli uomini di Tedino si sono ritrovati impreparati a subire un assedio furibondo ritrovandosi in svantaggio per il gol di Nicastro al 42° minuto del primo tempo. Questo perché i rossoneri hanno giocato da serie B: con un impeto e un agonismo ammirevoli, sempre pronti a veloci recuperi e mai a cincischiare con la palla tra i piedi. Il pubblico di casa ha fatto il resto. Il Palermo si è trovato così in una bolgia, in svantaggio e con i foggiani che andavano a mille.

In queste situazioni la classe, l’abilità di palleggio, il gioco di fino servono poco: occorre mettere il cuore ed arrivare prima dell’avversario sul pallone. In tali circostanze Coronado, l’unico che a tratti illumina il gioco con le sue iniziative, deve essere adeguatamente supportato per evitare che decida di giocare da solo diventando, così, un giocatore normale che non giova alla squadra sprecando il suo talento nella ricerca inutile della giocata ad effetto. Detto questo e considerato che Rispoli, instancabile sulla fascia destra, non è riuscito ad indovinare un cross e ha fatto a gara con Aleesami sulla fascia opposta a chi sbaglia di più, mentre Trajkovski è apparso ancora impalpabile, il motivo del pareggio del Palermo è dovuto al calo fisico del Foggia che a metà del secondo tempo ha finito di correre.

A quel punto, con poca fatica, i rosanero si sono impadroniti del centrocampo, hanno pareggiato con Murawski, appena entrato al posto di Jajalo ed hanno rischiato di vincere sempre frenati, però, dalla mancanza della dovuta cattiveria sotto porta. Nestorovski è apparso in crescita, ma lontano da uno standard di forma accettabile. Dei tanti palloni capitati nella sua zona di influenza sui rinvii di Posavec, il macedone, che è così bravo a difendere la palla e ad anticipare l’avversario letteralmente piantandosi in terra, non è riuscito a controllarne neanche uno. Di positivo, oltre la evitata sconfitta, ieri c’è da segnalare che Posavec non ha commesso errori, che Gnahorè ha confermato di essere prezioso a centrocampo e che Tedino ha azzeccato i cambi, togliendo lo spento Trajkovski per Embalo, che ha dato vivacità al gioco, e Jajalo, troppo statico per contrastare le folate offensive dei pugliesi, per Murawski, autore del gol del pareggio.

Dopo la partita di ieri, il distacco dalla vetta è rimasto invariato per effetto del pareggio del Carpi a Cremona e della vittoria del Perugia in casa contro il Parma. E saranno propri gli umbri di Federico Giunti, in testa alla classifica con 10 punti assieme a Frosinone e Carpi, i prossimi avversari del Palermo al Barbera martedì 19 alle 20,30 nel turno infrasettimanale. Alla fine della partita con il Perugia forse si capirà meglio quale potrà essere il ruolo del Palermo in questo campionato.

Pietro D’Alessandro