BELPASSO – Un sorriso dolcissimo e quegli occhi che sprizzavano esuberanza. Quella stessa vitalità mandata in frantumi dalla mano assassina di un ragazzo di 27 anni ingozzato da un amore malato… angosciante… folle.
Lei quando conobbe Gora in discoteca non avrebbe mai potuto immaginare che un anno e mezzo dopo sarebbe morta, sfregiata dalle coltellate di quella mano impazzita che domenica sera l’ha uccisa senza alcuna pietà. Un sacco di coltellate affondate con rabbia, ferocia perché agli occhi di quell’uomo Veronica era colpevole. Di cosa? Di non amarlo più.
Belpasso oggi è in silenzio, esattamente come ieri. Nessuno ha la forza di commentare ciò che è accaduto. Nessuno riesce a spiegarsi come per amore si possa uccidere. La gente è incredula. Il sindaco del paese etneo, Carlo Caputo, che oggi pomeriggio è andato a casa della ragazza, ha annunciato il lutto cittadino per il giorno dei funerali. Ci sarà anche un corteo di solidarietà che si unirà a quello funebre per manifestare grande vicinanza alla famiglia. Tutti, infatti, conoscevano Veronica, una ragazza che per la sua bellezza di certo non passava inosservata.
Amore o possessione? Ma come si può arrivare ad uccidere una persona solo perché non vuole stare con te? Forse è più odio? Sembra quasi un virus letale che si insinua incontrollato in alcuni uomini: “Non mi vuoi e io ti ammazzo”. E così sono morte Silvana, Assunta, Gianna, Stefania per citarne alcune… e adesso anche Veronica.
Il 2013 in Sicilia ha contato 14 vittime e nei primi nove mesi del 2014 già sei.
“Veronica era bella, forte, aveva un carattere deciso – raccontano alcuni colleghi di lavoro -. L’ironia la caratterizzava e a lavoro si porgeva sempre con grande garbo nei confronti dei clienti”. E aggiungono “Una persona anche molto discreta, non ci ha mai parlato di questo ragazzo”.
E mentre si attende il risultato dell’autopsia che stabilirà con quante coltellate è stata uccisa la ragazza, c’è una famiglia distrutta dal dolore. Il padre Giuseppe non si da pace. “Le avevo detto di stare attenta”, ripete come un mantra “Ora io sono solo e mia figlia non me la restituirà più nessuno. Da un po’ di tempo le cose con questo ragazzo non andavano bene e c’erano stati momenti di tensione che avevamo segnalato alle istituzioni ma mai denunciato… non potevo mai immaginare che me la uccidesse”.
Con la sorella Sonia, che è tornata di corsa dal viaggio di nozze, erano due anime e un corpo, inseparabili. Ma adesso ci ha pensato qualcun altro a separarle per sempre.