Ha messo in ginocchio il Texas e ora si sta spostando verso la Louisiana. Sale, infatti, così a 35 morti il bilancio provvisorio dopo i giorni di inondazioni provocati dall’uragano Harvey. Sono, inoltre, 30 mila le persone evacuate dalle loro abitazioni e sistemate nei rifugi messi a disposizione dalle autorità.
La zona di Houston in particolare è stata quella maggiormente devastata, dove ora è nata tra i cittadini la paura che ladri e vandali possano approfittare della fuga della gente per entrare in azione. Per fronteggiare questo fenomeno, il sindaco ha ordinato il coprifuoco dalla mezzanotte alle 5 del mattino.
Pare però che la situazione dovrebbe migliorare: secondo il National Hurrican Center, in questi giorni dovrebbe indebolirsi fino a diventare una depressione tropicale, ancora più debole di una tempesta tropicale.
Oltre il numero delle vittime, si parla anche di numerosi danni. Questo uragano è stato definito, infatti, il disastro naturale più costoso della storia degli Usa, con un impatto economico da circa 160 miliardi di dollari, addirittura equivalente alla somma dei suoi predecessori, ovvero di Katrina e Sandy messi insieme.
Colpita in Texas l’industria petrolifera, uno dei punti forti della sua economica, che sta provocando anche danni all’ambiente e all’uomo conseguenti alla dispersione di sostanze tossiche.
Il presidente Donal Trump dopo aver raggiunto il Texas e aver visto con i suoi occhi la devastazione della regione, ha parlato da Missouri. Durante il suo discorso ha annunciato che, nonostante la difficoltà, riuscirà a risollevare il Paese, promettendo miliardi di dollari per i texani.
