ACI BONACCORSI – Una comunità religiosa laica come copertura di abusi sessuali su minorenni.
È questo il quadro emerso dalle indagini effettuate nell’ambito dell’operazione “12 apostoli” che questa mattina ha portato all’arresto di un “santone”, Pietro Alfio Capuana, 73 anni, e di tre dei suoi più fedeli collaboratori: Fabiola Raciti, 55 anni, Rosaria Giuffrida, 57 anni (moglie dell’ex assessore Domenico Rotella e nipote del fondatore della comunità), e Katia Concetta Scarpignato 48 anni.
L’operazione prende il nome dal modo in cui erano soliti definirsi i collaboratori più stretti del titolare della setta. Dei 12 “apostoli”, però, pare che, ad esclusione delle tre arrestate, gli altri fossero all’oscuro di quanto accadeva nell’abitazione del 73enne. Le indagini, ancora in corso, serviranno a chiarire la loro posizione.
Capuana, ex direttore di banca e padre di Daniele, ex assessore, da parecchi anni gestiva la congregazione religiosa laica “Associazione Cattolica Cultura ed ambiente” di Aci Bonaccorsi, in provincia di Catania, fondata da Padre Cavalli, sacerdote deceduto.
La comunità, dal carattere fortemente generico, conta oggi quasi 5mila adepti. Per entrare a farvi parte bisogna rispondere a determinati requisiti e superare così una selezione d’ingresso.
Non è previsto il pagamento di una quota di iscrizione, ma il versamento di denaro per poter partecipare a determinate attività, come le feste di ballo. Occasioni nelle quali il fantomatico “santone”, che prometteva di avvicinare le giovani a Dio attraverso la soddisfazione del proprio piacere personale, ballava con le minorenni, stringendole a sé e baciandole sulle labbra di fronte ai loro stessi genitori.
La comunità porta avanti un’avviata attività agricola che produce notevoli guadagni. I prodotti sono coltivati dagli stessi adepti che successivamente li comprano. Un giro di soldi non indifferente, come dimostra la cifra totale sequestrata nel corso delle perquisizioni durante gli arresti che si aggira intorno ai 60mila euro.
Parte del denaro potrebbe provenire dalle multe che le giovani vittime di abusi erano costrette a pagare quando mostravano dei dubbi sulla “religiosità” degli atti sessuali che erano costrette a subire o si rifiutavano di assecondare le richieste del “santone”.
Il comportamento ambiguo di Capuana, che si autoproclamava la reincarnazione di un Arcangelo, emergeva anche in pubblico, sia durante le attività della comunità, sia in occasione delle riunioni che avvenivano con cadenza settimanale in un cosiddetto “cenacolo”.
Dei 5mila adepti, però, solo in pochi erano a conoscenza degli abusi perpetrati dall’uomo. Il 73enne e le sue “apostole”, infatti, avevano cura di individuare all’interno della schiera di adepti i soggetti più deboli da plagiare.
Le forze dell’ordine hanno lanciato un appello agli appartenenti alla comunità a denunciare qualora fossero a conoscenza di qualche elemento utile alle indagini.