La CISL preoccupata per le sorti del Teatro Stabile di Catania

CATANIA  – «Esprimiamo grande preoccupazione per le sorti del Teatro Stabile di Catania, gioiello culturale invidiato per decenni per la capacità di sfornare artisti ricercatissimi nel panorama culturale Italiano e non solo. Oggi tali sorti appaiono legate a un filo, sottilissimo, tirato e annodato tra beghe politiche e gestionali. Mentre sarebbe necessaria quella sicurezza che dia anche ai lavoratori maggiore serenità nella continuità lavorativa».

Così commentano Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl di Catania, e Antonio D’Amico segretario generale della Fistel Cisl etnea le recenti vicende attorno al Teatro Stabile di Catania.

«Gli ultimi decreti ingiuntivi – continuano – non hanno fatto altro che indebolire le già precarie condizioni economiche, ma il nostro più grande rammarico è di essere venuti a conoscenza di tutto questo da fonti giornalistiche e non dall’amministrazione, sapendo che da anni chiediamo la reale situazione debitoria del Teatro e mai ascoltati. Naturalmente non dimenticheremo mai il trattamento da parte della Regione Siciliana, discriminatorio nei confronti del nostro teatro catanese con tagli sproporzionati, ma non per quelli del capoluogo e da nuove leggi nazionali sui Teatri che prospettano declassamenti e riduzioni di fondi».



Rotolo e D’Amico si chiedono «di questo passo, cosa resterà alle prossime generazioni di questo patrimonio, chi un giorno si occuperà del teatro raccoglierà solo i cocci con il pericolo che rimarrà solo una scatola vuota? È davvero tutta colpa della crisi? Dove finiscono le responsabilità politiche e iniziano quelle gestionali? Chi è incaricato a fare chiarezza e a controllare le condizioni di salute del Teatro? Chi ha il compito di creare un piano per risollevare lo Stabile, dargli “stabilità” e con essa la dovuta serenità ai lavoratori nella continuità lavorativa?”

«Il sindacato – concludono – ha il compito di denunciare quella non vorremmo fosse una catastrofe annunciata e la Cisl lo sta facendo, ora si muova chi ha responsabilità».