CASSIBILE – È stata commissariata un’azienda agricola a Cassibile per sfruttamento degli immigrati: ad essere denunciati i titolari ed un “caporale”.
Le attività investigative sviluppate dalle fiamme gialle aretusee hanno evidenziato i molteplici indizi di sfruttamento:
- violazione delle normative in materia di lavoro e riposo;
- sicurezza ed igiene dei posti di lavoro;
- metodi di sorveglianza dei lavoratori non consentiti dalla legge;
- condizioni abitative di assoluta precarietà;
- reclutamento dei lavoratori senza permesso di soggiorno.
L’azienda reclutava i lavoratori, che stazionavano vicino a Cassibile dormendo di solito negli immobili abbandonati della contrada Marchesa, anche noti come “case sudan”, si avvaleva di un “caporale” che li trasportava ammassandoli in un furgone per portarli nei campi.
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La legge, in questi casi, prevede la nomina di un amministratore giudiziario, al fine di interrompere l’attività produttiva, secondo la volontà del legislatore che mira ad eliminare le condizioni che avevano determinato lo sfruttamento dei lavoratori ma non a compromettere l’occupazione e il valore economico dell’azienda.
Il gip, dottore Andrea Migneco, ha disposto il controllo giudiziario dell’azienda e la conseguente nomina dell’amministratore giudiziario. Denunciati i titolari, Sebastiano e Giuseppe Andolina, il procuratore capo Giordano, coordinatore di tutta l’attività ha commentato così: “Prosegue incessantemente, soprattutto in alcune zone il del circondario maggiormente coinvolte a fenomeni di stagionalità, l’attività di contrasto della procura della repubblica con l’ausilio della guardia di finanza verso forme illegali di impiego nelle imprese agricole e di intermediazione come il c.d. caporalato che mette in pericolo beni primari della collettività e dell’individuo, come la dignità del lavoro e lo sfruttamento senza scrupoli dei lavoratori retrocessi al rango di pura merce”.