CATANIA – A Muntagna fuma, il contorno brucia, Crocetta va in fumo. La Sicilia si riscalda ancora con l’arrivo, oggi a Catania, di 800 nuovi migranti. Una situazione incandescente e non solo per le alte temperature di questi giorni. L’Etna, come dicevamo, continua a fumare, sebbene in pieno relax e del tutto indifferente alle sollecitazioni dei piromani, quasi a voler dire: “Mi ’nni staiu futtennu di tuttu e di tutti”.
No! tutta pacioccona e, col sigaro in bocca, pronta a sorridere e a dire a turisti, scienziati e vulcanologi: “Venite, venite curiosoni, nelle mie quote sommitali… sono qui perché godiate della mia bellezza, del mio fascino e del mio paesaggio fatato e per raccontarvi il mio amore rivolto ai figli miei, in formato favola tutta siciliana, nonostante tutto il vilipendio che ho subito e che continuo a subire: batti lu ferru batti, batti lu ferru supra l’ancùnia d’Efìstu, batti lu ferru e lu scrusciu arribbùmma finu a lu mari, unni li canti di li sireni arrìspunnunu, ppì fàrimi largu e cantàri la me’ biddizza. Batti lu ferru batti, figghiu miu… Efìstu mi fici largu e iu cu ’nsignali di focu vinni. Ppì seculi e seculi v’àiu allattatu e…, ccù la sciamma ntò cori, v’àiu crisciutu. E… vuiatri? … Vilenu ma ’ta ratu e, quacchi vota, meli. Addulurata no virriri malasorti ppì figghi miei, ma ccu tuttu lu me cori spizzatu, ’n ciuri ppì vuiatri ç’à sempri statu. Da terra di focu e di petri duri e di macigni, parturìu a vita … e rosi e meli v’àiu sirvùtu. E iu?… Mi ’nni vantu! …”.
Dicevamo, prima, che mezza Sicilia è stata data alle fiamme e proprio in barba alla grande bellezza della nostra terra, da più di una settimana continua a bruciare, con la conseguente distruzione di patrimoni di verde, sia boschivo che coltivato, di cui piangeremo le conseguenze, aggravando la nostra crisi economica che non ci lascia scampo; leggere il bollettino della povertà e sapere che le famiglie siciliane sono le ultime in classifica, ci amareggia tanto, certo non tanto quanto il fatto che la ricandidatura di Rosariuccio vada anche in fumo, stando al bollettino politico del Pd che non lo vuole, nemmeno dopo gli sconsiderati “no” di Pierino che non intende abbandonare, affatto, Palazzo Madama, anche se non viene tralasciato qualche speranzoso suo ripensamento; chissà, forse a settembre, quannu arrifrisca l’aria e le piogge torrenziali avranno il sopravvento. Ma adesso e con questo caldo, in riva al mare, sotto l’ombrellone, a cùmmattiri col telefonino per apprendere le ultime notizie, fresche (?) si fa per dire!
Il ministro Minniti ha ottenuto qualcosa dai sindaci libici? A quanto pare, non risulta, ancora, alcuna risposta concreta. Certo, se soldi non ne ha portati appresso, cosa ci potremmo aspettare di buono? Il fiume biblico di emigranti economici che sfocia a Catania e nel resto del Meridione è in piena; addirittura non a mezzo navi Ong ma di Stato e per giunta straniere.
Ancora un dubbio: ma se Francia, Germania, Spagna e le altre 25 nazioni hanno chiuso le loro frontiere, dove dobbiamo ospitare i 200 mila emigrati di quest’anno? Scusate, questa è una balordaggine. Si, riflettendoci sopra, possiamo sistemarli qui e addirittura il Governo italiano potrebbe chiedere un’assegnazione dei fondi europei per una variante e la messa in opera del Ponte sullo Stretto; sì una piccola variante al progetto originario e cioè congiungere con un viadotto, Tripoli a Pozzallo. Eviteremmo, sicuramente, di continuare a sognare per altri 50 anni il ponte siculo calabro e gli affari dei trafficanti e il business delle Ong.
Giuseppe Firrincieli