Misterbianco, fece uccidere il compagno: fatta luce sulla morte di Santo Giuffrida. Quattro arresti. I NOMI e le FOTO

Misterbianco, fece uccidere il compagno: fatta luce sulla morte di Santo Giuffrida. Quattro arresti. I NOMI e le FOTO

CATANIA – Nella mattinata odierna la Procura Distrettuale della Repubblica ha delegato – ai carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale carabinieri di Catania – l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa l’8 luglio scorso dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania nei confronti di quattro soggetti.

Si tratta di Barbara Bregamo, 43 anni, domiciliata a Misterbianco;

BREGAMO BARBARA 08081974

Francesco Giuseppe Indorato, 49 anni, domiciliato a Catania;

INDORATO FRANCESCO GIUSEPPE 09081968

Antonio Zuccarello, 51 anni, domiciliato Santa Maria di Licodia, in provincia di Catania;

ZUCCARELLO ANTONIO 18081966

Alfio Maugeri, 44 anni, domiciliato a Misterbianco.

MAUGERI ALFIO 15031973

I quattro sono indagati per tentato omicidio aggravato e, nello specifico, per un accoltellamento commesso a Misterbianco il 21 gennaio del 2001 nei confronti dell’imprenditore Catanese, Santo Giuffrida, 60 anni, nonché compagno di Barbara Bregamo. Quest’ultima è indagata come mandante mentre Francesco Giuseppe Indorato e Antonio Zuccarello come esecutori di un omicidio già premeditato. 

La morte di Santo Giuffrida era stata finora attribuita ad un infarto fulminante, ma, le dichiarazioni rese nel corso del 2016 dal neo-collaboratore di giustizia Luciano Cavallaro, hanno consentito di far luce su un efferato omicidio fino ad ora dissimulato come morte naturale.

Cavallaro ha, nella sostanza, riferito di aver avuto l’incarico dalla Bregamo di uccidere il proprio compagno, Santo Giuffrida, e di aver per questo effettuato un primo tentativo nel 2001 incaricando dell’esecuzione materiale un suo conoscente (Francesco Giuseppe Indorato) che ha aggredito con un coltello la vittima all’interno del suo garage condominiale. In tale occasione, però, Giuffrida è riuscito a scampare all’attentato restando gravemente ferito.



Nessun elemento raccolto all’epoca ha consentito poi di ritenere la compagna coinvolta nell’accaduto e – seppure Indorato è stato indagato – non sono stati acquisiti sufficienti elementi per un rinvio a giudizio.

A distanza di quasi un anno da tali fatti, tuttavia, la Bregamo ha richiesto nuovamente a Cavallaro l’uccisione del compagno pagando questa volta 20 mila euro ed acquistando, per lo stesso esecutore, una BMW. In questa seconda occasione, stando all’accusa, l’omicidio è stato pianificato con maggior cura e, nello specifico, Cavallaro ha coinvolto Alfio Maugeri e Antonio Zuccarello.

I tre soggetti si sono introdotti nella notte tra il 9 ed il 10 dicembre 2002 nell’abitazione di Santo Giuffrida (con la collaborazione della convivente) e – dopo aver iniettato alla vittima una sostanza velenosa – lo hanno soffocato. La compagna ha inscenato successivamente la morte naturale dello stesso Giuffrida senza che si ingenerassero sospetti su quanto realmente accaduto.

Le indagini, avviate sotto la direzione della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, per ottenere i necessari riscontri alle dichiarazioni di Cavallaro sono state condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria carabinieri presso la predetta Autorità Giudiziaria e dal Nucleo Investigativo carabinieri di Catania e, attraverso un’articolata serie di intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali e di videoregistrazione che, corroborate da molteplici attività istruttorie (sommarie informazioni di persone informate sui fatti, consulenze medico-legali ed altro) hanno consentito di acquisire fonti di prova dall’elevata carica probatoria; invero, si sono ottenuti riscontri precisi e individualizzanti in ordine alla chiamata di correità compiuta dal collaboratore di giustizia.

Al fine di indurre gli indagati a commentare il risalente fatto di reato è stato, inoltre, lasciato sulla loro autovettura un foglio di carta riportante la seguente frase: “Sacciu comu tu e i to cumpari affucasturu u masculu di l’amica di Luciano 15 anni fa”. Uno degli indagati dopo aver ricevuto il biglietto ha confessato ad un amico il delitto riferendo testualmente: “Sedici anni fa abbiamo fatto un omicidio, io ed altri due”.

Per tali motivi, il G.I.P. di questo Tribunale, concordando sulla piattaforma probatoria ricostruita dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico per Francesco Giuseppe Indorato (quest’ultimo indagato per il solo tentato omicidio), Alfio Maugeri e Antonio Zuccarello, mentre per Barbara Bregamo (madre di prole di età inferiore ai sei anni), è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari.

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