BELPASSO – Non ci sono parole per descrivere la tragedia di ieri: un luogo di divertimento si è trasformato nel luogo d’orrore dove Simone Trubia, di soli 22 anni, ha perso la vita per arresto cardiaco.
Il ragazzo aveva preso delle medicine per la grave cardiopatia contro cui combatteva da tempo e subito, appena 15 minuti dopo l’arrivo ad Etnaland, aveva cominciato ad avvertire uno strano malessere.
Gli amici gli hanno consigliato di mangiare qualcosa, pensando che Simone si sentisse male a causa delle medicine, che dovevano essere prese a stomaco pieno. Ma la situazione era ben più grave e il ragazzo era entrato già in arresto cardiaco.
“Il ragazzo si è sentito male mentre stava mangiando – spiega il proprietario dell’impianto, Francesco Russo, evidentemente provato -. Lo staff se n’è subito accorto, anche perchè il nostro personale è posizionato in ogni punto del parco e Simone era sotto un capannello vicino all’infermeria. I ragazzi dello staff hanno subito chiamato la dottoressa che è intervenuta con il massaggio cardiaco, la respirazione bocca a bocca e il defibrillatore, cercando anche di sciogliere il bolo che il ragazzo aveva accumulato mentre mangiava, ma il suo cuore si spegneva lentamente, sempre di più, e il suo battito rallentava”.
La situazione di Simone era già molto critica, il suo ventricolo sinistro funzionava solo al 30% e la cardiopatia purtroppo non era l’unica patologia di cui il ragazzo soffriva.
“Probabilmente in condizioni del genere e in una giornata calda come quella di ieri – continua Russo – non avrebbe neanche dovuto mettere piede fuori di casa, ma sono ragazzi e capisco perfettamente. Volevano solo passare una giornata di divertimento e invece è finito tutto in tragedia. Lo staff è scioccato, vedere un ragazzo così giovane morire in quel modo è stato un trauma per tutti, ma abbiamo fatto il possibile. Come ho detto alla famiglia, non avrei potuto fare di più, neanche se si fosse trattato di mio figlio. Probabilmente in ospedale avrebbe avuto meno attenzioni. Tutto il personale e i presenti sono intervenuti per cercare di gestire questa situazione a dir poco drammatica. Sono stati subito messi a sua disposizione due dei nostri medici e dopo sono arrivati anche i medici dell’elisoccorso, che hanno provato a rianimarlo con il massaggio cardiaco, durato quasi due ore. Poi il tragico epilogo e il magistrato ha disposto che la salma venisse portata al Garibaldi di Catania”.
Infine è arrivato il momento di dare la straziante notizia ai familiari. Lo staff si era già occupato di mettersi in contatto con la madre, che in quel momento si trovava a Gela, ma che ha subito raggiunto il parco acquatico, insieme con la zia.
“Naturalmente non abbiamo subito dichiarato la situazione ai parenti, sia per evitare altre tragedie durante il viaggio in macchina, sia per non dare una notizia del genere telefonicamente. I genitori hanno anche perso un nipote di 13 anni da poco tempo e non uscivano da una situazione facile”.
“Siamo sconvolti e amareggiati – conclude Russo – ma abbiamo fatto tutto il possibile e anche di più. Vorrei ringraziare lo staff medico, l’elisoccorso, il 118 e le forze dell’ordine, che ci hanno aiutato nel gestire una situazione così delicata”.
La pagina Facebook di Etnaland ha dedicato al ragazzo un post, in cui lo staff esprime tutto il suo cordoglio: