Pomeriggio da incubo ieri per il Palermo. I commenti degli addetti ai lavori: “Retrocessione studiata a tavolino!”

Pomeriggio da incubo ieri per il Palermo. I commenti degli addetti ai lavori: “Retrocessione studiata a tavolino!”

PALERMO – È molto difficile commentare una partita che al 26° minuto del primo tempo vedeva una delle contendenti essere sotto di cinque gol a zero. Più che analisi la partita meriterebbe dagli amanti del calcio un dignitoso silenzio ed un desiderio di dimenticare in fretta.

Ieri pomeriggio il Palermo a Roma contro la Lazio ha toccato il fondo. Il risultato finale, che lo ha visto soccombere per 6 a 2, può apparire anche bugiardo, perché nella ripresa gli uomini di Simone Inzaghi, a risultato ampiamente conseguito, hanno mollato ed hanno concesso a Rispoli di ammortizzare l’umiliazione che la squadra rosa stava meritando con due marcature casuali che valgono solo per il tabellino.

La partita è stata lo specchio di una compagine inadeguata per la Serie A. Difficile individuare il peggiore tra i giocatori schierati da Diego Bortoluzzi, che ha provveduto all’ennesimo cambio di modulo e formazione, ricorrendo al 3-4-2-1, con l’inusuale inserimento di Morganella a sinistra lasciando in panchina sia Bruno Henrique sia Chochev e ripescando Posavec in porta.

Gli undici titolari, Posavec; Sunjic, Gonzalez, Goldaniga; Rispoli, Jajalo, Gazzi, Morganella; Sallai, Lo Faso e Nestorovski sono stati subito subissati dalle prepotenti incursioni di Immobile e Keita. Implacabile la successione delle reti dei biancocelesti: nel primo tempo all’8° ed al 9° Immobile, al 21°, al 24° ed al 26° Keita, nel secondo tempo al 45° Crecco, dopo che Rispoli aveva al 1° ed al 7° fatto tesoro dei regali degli avversari tornati in campo senza più stimoli.

Impressionante è stata la facilità con la quale la Lazio è riuscita a fare breccia nella difesa rosa, i cui componenti sono apparsi in enorme difficoltà per evidenti limiti tecnici e fisici rispetto agli avversari, ma anche per totale assenza di agonismo e di determinazione. Fa rabbia e sconcerta assistere a prestazioni di così scarso profilo di giocatori che nel passato si sono distinti per professionalità ed attaccamento alla maglia. L’esempio di Morganella, schierato da esterno sinistro, cosa che costituisce attenuante per lui, ma colpa per Diego Bortoluzzi, è significativo: sempre in ritardo e in sofferenza su ogni pallone, ha causato un rigore che, per un atleta della sua esperienza, rappresenta una ingenuità imperdonabile.

Anche Goldaniga, Gonzalez e ancora di più Sunjic hanno dato il peggio di loro stessi, dimostrando che ormai la squadra è allo sbando. Su Sallai e Bruno Henrique, che lo ha sostituito al 25° minuto del primo tempo, è meglio stendere un velo pietoso.

Gli unici a salvare la faccia nel pomeriggio da incubo di ieri sono stati Rispoli, per i due gol segnati, e Lo Faso per la voglia di non arrendersi al naufragio collettivo dei suoi compagni.

A questo punto, con la quasi certezza matematica della retrocessione, c’è da guardare con paura ai prossimi impegni. Il rischio che i tifosi rosanero debbano assistere ad altre cinque partite da incubo, da qui alla fine del campionato, è concreto.

I commenti degli addetti ai lavori, su Sky Sport, non lasciano alcun dubbio sulle responsabilità di Maurizio Zamparini, chiamato in causa quale regista di una retrocessione studiata a tavolino al fine di incassare il cosiddetto paracadute.

Per amore del calcio vero e della passione dei tifosi vogliamo ancora credere che non sia così.