Ancora sulla locandina del G7. Dal Governo mancanza di attenzione per la Sicilia

Ancora sulla locandina del G7. Dal Governo mancanza di attenzione per la Sicilia

CATANIA – Tatò e Ninuzzu con le rispettive mogli in viaggio da Palermo, arrivano sull’Etna. Rifugio Sapienza, Nicolosi Nord. Ninuzzu, appena sceso dall’auto e sistemata la sciarpa attorno al collo esclama: ”Tatò, mogli… che panorama mozzafiato!… Ogni volta che vengo qui, mi sento piccolo, piccolo di fronte a questo gigante di fuoco che mi appare sempre diverso, spettacolare, fa paura, ma quando ti giri dall’altro lato e vedi il mare, i tuoi incubi di paura scompaiono all’istante, perché hai a che fare con questa bellezza e dimentichi tutti i tuoi problemi e non ti fa nemmeno paura una colata lavica”.

La moglie di Tatò: “Ninuzzu non ti conoscevo come poeta eh? Forse è questo luogo che ti dà la forza di diventare un aedo della Magna Grecia”.

Interviene Tatò: “Mi viene un nervoso che non avete idea; ci pensate a quello che dicono i giornali? Il Governo Italiano ha lanciato un app per tutti i giornalisti interessati al G7 di Taormina proponendo una immagine della Sicilia vergognosa e odiosa per la Sicilia stessa; un giovane con la coppola che guarda il culo di una donna al riparo dal sole con l’ombrello, come se qui le donne si riparano dal sole co’ paracqua!”.

La moglie di Ninuzzu: “Gia! E dire che la Sicilia è quasi per intero patrimonio dell’Unesco e quindi patrimonio dell’Umanità e non finisce li perché anche la lingua siciliana è patrimonio dell’Umanità. Immaginate quanti soldi hanno sborsato per pagare quel copywriter, che comu minimu si miritassi a testa scippata!”.

La moglie di Tatò: “No, il progettista della locandina non c’entra, a quello gli è stato ordinato quel lavoro e basta. Non pensavo che gli italiani ci odiassero a tal punto!”.

Tatò: “Gli Italoi, così meritano di essere chiamati, dall’Unità d’Italia, ci continuano a fottere tutto e se ci potessero buttare persino fuori dalla nostra terra, sarebbero felicissimi di farlo e non ci penserebbero due volte; avete visto Sicilia uguale mafia. Tanto è vero che con la parola mafia hanno generalizzato le intere razze di delinquenti che ci sono nello Stivale e nel mondo. Mafia Capitale, mafia torinese, mafia milanese, mafia americana, mafia russa, mafia cinese e mafia mondiale. Che cazzo vogliono da noi ancora non l’ho capito!”.

Non poteva mancare Ninuzzu a dire la sua: ”Mihh… volevano mettere un culo di donna? Bene! Prendevano la foto di un quadro di Guttuso come quello della fimmina alla piscaria e avrebbero avuto la possibilità di fare un’azione pubblicitaria di grande portata… di più!… Veramente ’n capolavoro di pubblicità! Ma no… noi dobbiamo sopportare sempre tutto, ’a stari che corna calati e addossarci pene ataviche come quelle di intitolare le strade e le piazze a Garibaldi, a Cavour, a Bixio e a Cialdini, nonché a Vittorio Emanuele primo re d’Italia; assassini e massacratori che ci hanno portato a questo punto, dissanguandoci di tutto e costringendo nel frattempo persino ben 700 mila siciliani a lasciare la propria terra per andare nelle Americhe. E ora? Essere costretti, ancora, a sopportare queste umiliazioni e tagghiatini ’i facci”.

Tatò: “Ora basta! Futtiemanninni e godiamoci questa escursione sul nostro Mungibieddu! Alla faccia di cu ni voli mali e dei nostri politici ascari e vinnuti e che, stando al governo, permettono questi scempi”.

Giuseppe Firrincieli