PALERMO – Salvatore Cuffaro ritorna ad indossare le vesti di democristiano della prima ora per entrare nel palcoscenico della politica regionale con proposte “tipo dopoguerra”. L’ex presidente della Regione rappresenta nuovi progetti, rispolverati da vecchie idee di gestione della cosa pubblica, richiedendo una compartecipazione solidale per nuove associazioni partitiche ad amici (politici per modo di dire della seconda Repubblica), come se questi ultimi riuscissero a comprendere la sceneggiatura e il messaggio politico da lui stesso proposto.
Parliamo chiaramente della proposta lanciata ieri da Cuffaro a Forza Italia e al Partito Democratico di fare un fronte comune per battere, alla prossima competizione elettorale per le regionali, i Cinque stelle, il movimento politico emergente che sta creando paura e panico a tutti i contendenti di Sala d’Ercole e Palazzo d’Orleans.
Ma oggi, a distanza di 70 anni quando la Democrazia Cristiana per risollevare le sorti della Sicilia e dell’Italia intera propose accordi tra tutti i Partiti e i Movimenti indipendentisti compresi, non c’è più il pericolo del fascismo. Totò Cuffaro può mettersi l’anima in pace e potrà soltanto proporre un’alleanza politica o a destra o a manca, persino sacrificando il suo pupillo, il professore Lagalla che, a detta dello stesso Miccichè, non ha esperienza politica neanche da consigliere comunale, e non come la Prestigiacomo o Schifani, pronto a candidarli domattina.
Il PD dal canto suo, con il suo segretario regionale Fausto Raciti, boccia la proposta Cuffaro e cioè quella di mettere insieme il Partito democratico con Forza Italia per le regionali, due storie diverse che non possono dialogare per mettere insieme una compagine per scardinare i grillini. Quindi aspettare che il Movimento Cinque stelle combini un guaio anche in Sicilia come quello che è successo a Genova con le “comunarie” e le lotte fratricide, o con l’avvento di qualche indagine giudiziaria che ponga il Movimento di Grillo e Casaleggio alla medesima condizione di tutti gli altri partiti politici e quindi partecipare all’agone politico tutti alla pari. Chi non ha peccato scagli la prima pietra! Ma se non fosse così, avrebbe ragione Totò Cuffaro?
Giuseppe Firrincieli