Vittime della strada: la commovente storia di Gianluca Fucile e la triste testimonianza della madre

Vittime della strada: la commovente storia di Gianluca Fucile e la triste testimonianza della madre

CATANIA – Chi di noi non ha mai usato almeno una volta il cellulare mentre guidava? Certo, magari a causa di occasioni importanti si è trovato costretto a rispondere, ma non è questo il punto. Il problema sta in chi lo fa costantemente.

Il problema sta in chi lo fa senza dar conto all’altro, a chi come lui in quel momento sta percorrendo la stessa carreggiata per andare magari dal proprio figlio o dalla propria famiglia; a chi come lui, al di là dell’automobile, ha una vita davanti, una vita che deve vivere proprio come ogni altra persona al mondo.

Atti egoistici certo, atti che però costano cari e che spesso si pagano con la vita. Chi la paga? Chi la rende? La vittima. La vittima che non beve perché deve stare attenta alla strada, la vittima che non si distrae e che magari usa gli auricolari per paura di colpire poveri passanti.

In certi casi domandarsi perché succedano cose simili ci rende stanchi, esausti di ripetere e ribadire sempre le stesse cose come magari un: “e se fosse stato attento?” o un “ma come può aver preso la patente un individuo del genere?”.

Domande inutili se poi, guardandosi interiormente si arriva a dimostrarsi che è morto un uomo, uno di quelli veri, in carne ed ossa; non una statua nè tanto meno un cartone, un uomo. Una vita spezzata che non potrà mai più continuare, una vita spezzata che non potrà più conoscere ciò che le spettava davvero.

Ci vogliono i fatti, ogni parola, ogni pensiero svanisce; si dissolve proprio come l’anima di quella povera vittima, uccisa ingiustamente, indifesa e sola in quella realtà che ancora ognuno di noi deve guardare in faccia. 

Come quel caso di Gianluca Fucile, dj 25enne. Un ragazzo che amava quello che faceva, la musica era la sua più grande passione. Conosciuto e stimato da molti nella sua città ha perso la vita tra via Pasubio e Corso Italia quella notte maledetta. Era il 23 gennaio 2013. Per alcuni un giorno come tanti, per lui e per la sua famiglia no. No perché venire a conoscenza della scomparsa del proprio figlio è traumatico e drammatico per tutti.

Ci si augura sempre di morire prima dei propri ragazzi, ci si augura di vederli crescere e crearsi una famiglia; questo per i genitori del povero Gianluca non avverrà mai; così come per le molte altre vittime della strada. 

A dire la sua a distanza di alcuni anni è la mamma di Gianluca che ci racconta con grande rammarico la sua situazione attualmente, a distanza dall’accaduto che l’ha cambiata per sempre: “Voglio dire a chi guida di non bere né drogarsi. Quando i ragazzi vogliono andare a divertirsi cortesemente che non bevano, tengo a ribadirlo perché il ragazzo che ha ucciso mio figlio oltre ad essere sotto effetto di stupefacenti, è risultato positivo all’assunzione di alcool. La condanna gli è stata inflitta ma sfortunatamente se l’è cavata con i servizi sociali perché incensurato. Gli erano stati dati 2 anni ed otto mesi da pagare, ma oggi questo ragazzo è ancora in possesso di una patente ed è a piede libero”.

Parole forti quelle espresse da questa grande madre, parole dalle quali traspare grande rabbia, parole che vogliono fare da messaggio di prevenzione affinché simili cose cessino per sempre. Potrà ma esistere un mondo migliore? La risposta sta solo nelle nostre coscienze.