Operazione “Fratelli di sangue”, il corpo di Giuseppe Bruno fatto a pezzi con una motosega e dato in pasto ai porci. IL VIDEO

Operazione “Fratelli di sangue”, il corpo di Giuseppe Bruno fatto a pezzi con una motosega e dato in pasto ai porci. IL VIDEO

ENNA – Alle prime ore di questa mattina, a Villarosa, a conclusione di articolate attività investigative coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta – svolte in sinergia dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Enna e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Enna – nell’ambito dell’operazione denominata “Fratelli di sangue” è stata data esecuzione all’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Caltanissetta, a carico di:

  1. Damiano Nicosia, nato a Villarosa, 60 anni, ivi residente;
  2. Amedeo Nicosia, nato a Villarosa, 51 anni, ivi residente;
  3. Maurizio Giuseppe Nicosia, nato ad Enna, 54 anni e residente a Villarosa;
  4. Michele Nicosia, nato a Charleroi (Belgio), 53 anni, residente a Villarosa,

A loro carico sono stati acquisiti gravi indizi di colpevolezza del delitto di associazione di tipo mafioso, con aggravanti specifiche, finalizzata a commettere omicidi, usura, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto di armi nonché ad acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o, comunque, il controllo di attività economiche; con riguardo a Maurizio Giuseppe e Michele i gravi indizi riguardano inoltre l’omicidio di Giuseppe Bruno, proprietario di una rivendita di tabacchi a Villarosa scomparso il 27 maggio 2004, nonché la distruzione del suo cadavere, delitti aggravati dalla “modalità mafiosa”.

Le indagini, coordinate all’epoca dalla Procura di Enna, svolte al tempo della scomparsa del commerciante, immediatamente denunciata dai suoi familiari dopo che la sua auto era stata trovata parcheggiata in prossimità dello svincolo Mulinello dell’autostrada A/19 Palermo-Catania, non permisero l’acquisizione di elementi sufficienti per l’esercizio dell’azione penale ed il relativo procedimento venne a suo tempo archiviato.



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Le recenti dichiarazioni rese alla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta da un collaboratore di giustizia, diretto testimone della vicenda, ponendosi su un piano di perfetta compatibilità con gli elementi investigativi acquisiti a suo tempo, hanno consentito di ricostruire l’esatta dinamica della vicenda delittuosa, contraddistinta da tratti di inaudita ferocia – il corpo di Giuseppe Bruno, sezionato con una motosega, sarebbe poi, in parte, stato dato in pasto ai maiali, in parte bruciato all’interno di un fusto metallico – oltre che di accertare il sordido movente, collegato alla violenta reazione dei Nicosia a fronte dell’intenzione manifestata loro dalla vittima di voler riscuotere un credito vantato nei loro confronti.

Tale evento si inserisce in un contesto in cui i componenti del clan Nicosia, già in passato segnalatisi quali protagonisti di vicende delittuose correlate al traffico degli stupefacenti oltreché per aver agevolato la latitanza del noto boss gelese Daniele Emmanuello, risultano aver ormai dimostrato la loro statura criminale prevalendo sugli uomini della tradizionale famiglia di cosa nostra  assicurandosi, con la forza intimidatrice tipica dell’associazione mafiosa, il completo controllo delle attività, lecite ed illecite, sul territorio di Villarosa.