Catania, “Non siamo mafiosi e neanche spacciatori”, si difendono i paninari

Catania, “Non siamo mafiosi e neanche spacciatori”, si difendono i paninari

CATANIA – “Queste accuse non possiamo sopportarle”, gridano a gran voce i paninari di via del Rotolo a Catania. “A tutto c’è un limite e non si deve esagerare. Il ciclista ci ha istigato e noi abbiamo reagito senza controllarci, questo è stato il nostro errore, ma mafiosi non siamo e neanche spacciatori”.

C’è rabbia fra questi commercianti catanesi alla luce di quello che è accaduto domenica sera al lungomare quando loro, insieme con altri esercenti, hanno chiuso i camion dei panini scendendo in strada per una protesta pacifica, ma che di pacifico non ha avuto proprio nulla.

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“Nessuno è contro i ciclisti o la chiusura al traffico della zona – aggiungono -. Abbiamo anche noi le biciclette. Quel pomeriggio stavamo solo cercando di far capire all’assessore D’Agata e agli altri rappresentanti comunali che non dovrebbero solo chiudere al traffico ma anche organizzare fiere, sagre o concerti che possano attirare gente oltre ai ciclisti”.

Ieri mattina abbiamo intervistato Raffaele Lo Savio che ha subito l’aggressione ma come è giusto che sia in occasioni simili, di sera, siamo andati in via del Rotolo per sentire la campana opposta: quella dei paninari, che ricostruiscono cosi l’accaduto.

“Noi siamo padri di famiglia, paghiamo il suolo pubblico, circa 1.200 euro all’anno – racconta Cristaldi – e abbiamo anche dei dipendenti messi in regola. Ultimamente a causa di questa chiusura al traffico fine a se stessa, i nostri incassi si sono ridotti” e aggiunge “Domenica sera stavamo protestando in maniera pacifica quando sono arrivati questi ragazzi in bici e sui pattini. C’era la bicicletta di Raffaele Lo Savio con le casse e la musica a tutto volume. Diverse volte gli abbiamo chiesto di spostarsi e lo hanno fatto anche i vigili perché la radio era talmente alta che non riuscivamo ad ascoltare neanche cosa ci stavano dicendo i rappresentanti delle istituzioni”.

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“Lo abbiamo trovato molto irrispettoso – incalza – e in un primo momento, anche se si stava arrivando allo scontro, tutto è rientrato subito perché abbiamo chiesto ai ragazzi di allontanarsi in quanto c’era la manifestazione in corso e loro lo hanno fatto. Dopo cinque minuti ce li siamo ritrovati nuovamente dietro con la musica a tutto volume. Hanno fatto almeno cinque giri e questo a noi è sembrata una provocazione bella e buona. Peraltro, mentre ci intervistavano le televisioni, loro passavano dietro e facevano le smorfie ridendo. Allucinante. Poi quando Lo Savio mi ha detto “sporco catanese” io mi sono imbestialito e gli ho dato uno schiaffo”.

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Da questa frase, secondo le dichiarazioni di Cristaldi, si sarebbe scatenata la baraonda con spintoni e pugni e qualcuno ha perfino scaraventato una sedia di plastica sulla schiena del ventiquattrenne dopo che il ragazzo, invitato diverse volte ad allontanarsi, non avrebbe assecondato la richiesta.

I paninari a Catania sono più di duecento e in questo momento, però, sono nell’occhio del ciclone. In poco più di 48 ore, infatti, è nata anche una pagina Facebook con oltre settemila adepti che titola così: “Boicottiamo i paninari violenti del lungomare di Catania” e questa iniziativa non è stata assolutamente gradita da chi lavora nel settore che si è messo nelle mani dell’avvocato Salvatrice Sambataro.

facebook

“Io lavoro sedici ore al giorno e non sono una mafiosa altrimenti non sarei qui – racconta un’altra paninara – mi ha fatto davvero dispiacere leggere commenti del tipo “Speriamo che Chiudano e Muoiano dalla Fame Loro e i Loro Figli”. È vergognoso, io mi sento  umiliata. Non credo di essere la feccia della terra”.

“La nostra era una protesta autorizzata e non poteva finire peggio di così”, interviene un altro. “Tutti ci domandiamo una cosa: come mai il sindaco Bianco da noi non è venuto e un’ora dopo è andato a trovare il ragazzo in ospedale dicendogli che ora gli ricompra anche la bici?”.