Omicidio di Gela, parla il marito: “Avevo minacciato di lasciarla”

Omicidio di Gela, parla il marito: “Avevo minacciato di lasciarla”

GELA – L’autopsia sul corpo di Maria Sofia e Gaia Trainito, le due bambine uccise dalla mamma nel loro appartamento di via Passaniti, a Gela, verrà eseguita oggi alle 15 dal medico legale Cataldo Raffino, su ordinanza del procuratore di Gela Fernando Asaro.

Solo l’autopsia riuscirà a stabilire se le piccole, di 9 e 7 anni, siano morte per asfissia da soffocamento o per avvelenamento.

Secondo le accurate indagini e le ricostruzioni della polizia, Giuseppa Savatta, nel tentativo di costringere le due bambine a ingerire la candeggina, avrebbe esercitato una forte pressione sulla gola, probabile causa del decesso.

Nel frattempo il padre delle bambine, Vincenzo Trainito, 48 anni, insegnante dell’istituto “Ettore Maiorana”, parla ancora sconvolto e inizia ad avanzare le prime supposizioni. L’uomo ha dichiarato agli inquirenti che la relazione con la moglie non stava andando bene e lui aveva più volte minacciato di lasciarla, ma che non aveva mai pensato di farlo davvero. 



Secondo Trainito, Giuseppa Savatta avrebbe avuto paura della fine della relazione e avrebbe ucciso le figlie per non farle soffrire. Segno, forse, anche del trauma subito quando nel 2014 il padre di Giuseppa si era suicidato lanciandosi dal balcone.

Come riportato da “La Repubblica”, in un mix di rabbia, sensi di colpa e dolore, Trainito ha detto: “Era diventata sempre più ossessiva e possessiva con Maria Sofia e Gaia, sempre più nervosa e cupa, ma non ha mai fatto ne detto niente che potesse lasciare presagire una tragedia del genere. Mai niente”.

Semplice stato confusionale o manifestazione di una patologia non dichiarata? I vicini nel frattempo parlano di certi “segni” sospetti. Eppure adesso Giuseppa Savatta sembra lucida e ricorda tutto. È pienamente consapevole di quello che ha fatto, non c’è stata alcuna rimozione degli eventi, solo un’incomprensibile frase: “Dovevo salvare loro e salvare me”. Ultimamente la donna si era rifugiata in una fede esasperata, che probabilmente spiega le strane dichiarazioni della donna.

Intanto il sindaco di Gela, Domenico Messinese, ha ordinato in segno di lutto di issare la bandiere a mezz’asta sul Palazzo di Città e ha sospeso il servizio di filodiffusione in funzione per le feste di Natale