Catania, alla ricerca di Calil: numeri di un attaccante scomparso

Catania, alla ricerca di Calil: numeri di un attaccante scomparso

CATANIA – Un calciatore che doveva fare la differenza ma che sta pian piano crollando in un periodo buio senza precedenti.

Parliamo di Caetano Calil, giocatore da due anni al Catania chiamato in causa per portare peso in attacco e mettere dentro qualche pallone per portare punti a casa. Il brasiliano ex Salernitana è partito molto male questa stagione, chiudendo in realtà quella scorsa in maniera non proprio esaltante.

In queste quattordici partite Calil è apparso in campo nove volte, per un totale di 648′ minuti, andando a segno soltanto una volta: prima giornata, contro la Juve Stabia, la rete del momentaneo 1-1. Un’ammonizione ma tantissimi falli, la stazza fisica sfruttata male, la porta non la vede più.

Domenica a Francavilla è stato più impalpabile del solito, senza idee e convinzione. Impegno? Forse, un giocatore come lui però deve fare di più. Il Catania ha puntato su di lui la scorsa stagione e alle lunghe 11 gol in 32 partite non sono stati neanche male. Questa stagione però è sembrato, anzi lo è, un calciatore totalmente diverso.

Troppo poco per un calciatore che è stato il trascinatore della promozione in B della Salernitana con 16 gol, briciole per chi ha inanellato presenze anche in cadetteria. Rigoli gli ha voluto dare un’altra chance dopo i 12 minuti contro la Paganese, facendolo partire da titolare in una partita importantissima come quella di Francavilla Fontana. La sbaglia, purtroppo. Fa crollare l’idea di gioco che Rigoli magari stava cercando di esprimere ma che in realtà non è mai saltata fuori. Caetano, dove sei? Se ci sei, batti un colpo. Non puoi già essere un calciatore finito.



I tifosi etnei non accettano più giustificazioni, nessuna parola è buona per risanare un rapporto che è talmente freddo che risulta quasi indifferente, ordinario. “Calil insufficiente? Sì, una prassi“. L’attaccante rossazzurro, per provare a far uscire fuori la forza di volontà e la voglia di far bene in campo, ha avuto 90′ contro Juve Stabia, Fondi, Messina e Francavilla; 82′ contro l’Akragas nella prima partita persa dal Catania fino a quel momento; 72′ ad Andria e 69′ a Melfi; 53′ minuti al “Massimino” quando arrivò il Lecce. Panchina in occasione del match contro Reggina, Matera, Taranto, Foggia e Catanzaro.

Viene da dire che le occasioni per rifarsi e per provare a far gol Calil le abbia avute ma che non le abbia sfruttate nello stesso tempo. I movimenti sono sbagliati, scoordinati e non c’è un vero e proprio feeling calcistico con i compagni. Nemmeno quando entra Russotto riesce ad inventarsi qualcosa.

C’è necessità di migliorare, anche se lui, forse, ha la valigia pronta per gennaio. Dispiace dirlo perché mandare via un calciatore non è mai semplice ma se realmente così sarà, probabilmente non è funzionale al gioco e agli equilibri che il Catania intende avere. Potrebbe riprendersi come potrebbe crollare ancora, Calil, pieno di dubbi, insicurezze ed imprecisioni. Senza idee, senza convinzione. Per restare a Catania serve un atteggiamento diverso e per dimostrarlo il tempo sta finendo, gennaio è alle porte.

Sempre se questa porta, per Caetano, non sia già stata aperta da un pezzo. E pensare che un anno fa si parlava anche di “Calil-dipendenza” in attacco…