CAMERINO – I primi a dovere cercare riparo sono stati i vigili del fuoco. I primi a dovere mettersi al sicuro sono stati coloro che dovrebbero trasmettere massima efficienza, sicurezza. La sede dei vigili del fuoco di Camerino, uno dei centri colpiti dal sisma che sta nuovamente accanendosi sul Centro Italia, è inagibile. Guardate l’immagine di copertina e la prossima che abbiamo la possibilità di mostrarvi in esclusiva.
Le scosse hanno pericolosamente intaccato l’immobile che ospita i vigili. Un immobile che, secondo quanto più volte denunciato dall’Unione Sindacale di Base dei vigili del fuoco, non è mai stato messo in sicurezza. Quando la terra ha cominciato a tremare, le pareti si sono subito sgretolate, pezzi di intonaco si sono staccati dal tetto, proprio lì dove si trovano le scrivanie, le postazioni operative, dove si risponde alle richieste di aiuto dei cittadini, dove si dovrebbe dare il via ai soccorsi. Tutti fuori, per non rischiare l’incolumità e per andare subito a offrire il proprio apporto, consapevoli di non avere più una sede alla quale tornare, sulla quale fare affidamento.
È lo specchio inclemente della situazione in cui sono costretti a lavorare gli appartenenti ad una istituzione che il Ministero dell’Interno dovrebbe coccolare, tutelare, perché è la prima linea, quella che affronta l’orrore, quella che deve fare da scudo contro il terrore, la prima mano tesa al popolo che soffre, accanto al quale resta fino all’ultimo istante, fino a quando è davvero tutto finito.
La sede di Camerino è lo scandalo affiorato. Ma non sarebbe l’unico. In un documento dell’Usb si legge che “La stragrande maggioranza delle sedi VF non sono a norma antisismica”. Ed in Sicilia la situazione sarebbe particolarmente grottesca e allarmante. Cioé, ci rendiamo conto? Le principali roccaforti della sicurezza, quelle dal più alto valore anche simbolico, non sono a norma antisismica. Con tutte le conseguenze del caso, così come la fuga dalla sede di Camerino, in pieno caos, dimostra, rinfaccia, urla.
Ma c’è dell’altro. Alcuni vigili del fuoco non soltanto hanno dovuto abbandonare la loro sede, ma anche l’abitazione, perché sono fra i residenti di Camerino che hanno perduto la casa. E mentre agiscono lo stesso fra le macerie, che sono anche le loro, sanno che ancora non è stato predisposto un piano di intervento per i vigili del fuoco che si sono ritrovati senza abitazione o con gravi problemi abitativi. E mentre agiscono sanno che se dovessero avere problemi di salute a causa di quanto avviene durante le durissime operazioni di soccorso, le spese sanitarie saranno a loro carico perché non beneficiano della copertura dell’Inail. Tant’è che in queste ore si sta chiedendo con forza l’intervento dell’Ona, l’Organizzazione nazione per l’assistenza dei vigili del fuoco, attraverso le Asl di competenza per l’applicazione del protocollo che permetta l’esenzione ticket.
Ed i rischi per la salute sono alti, altissimi, così come documentato quando, lo scorso 4 settembre, abbiamo rivelato il rischio amianto ad Amatrice e così come fa temere l’inquietante nube nel video che possiamo mostrarvi: ecco quel che rimane di Arquata del Tronto rasa al suolo: nulla, soltanto polvere, quella in cui si sono immersi i vigili del fuoco, quella che hanno respirato i vigili del fuoco.
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Il tutto mentre la cronica carenza di personale si ripresenta in tutta la sua drammaticità, soprattutto in Sicilia.
Mezzi e uomini sottratti ai comandi di undici regioni perché necessari sui luoghi del disastro. Vuoti che, per forza di cose, devono essere poi colmati autorizzando i comandi al “trattenimento e/o richiamo in servizio di unità operative pari al numero inviato”. E le scosse, purtroppo, ancora non accennano a sedarsi definitivamente.
Alessandro Sofia