Italia a 5 stelle, Orlando contro Assange: “Insulta la memoria delle vittime di mafia”

Italia a 5 stelle, Orlando contro Assange: “Insulta la memoria delle vittime di mafia”

PALERMOJulian Assange, il noto giornalista, programmatore e attivista austraiano, fondatore e caporedattore del sito WikiLeaks, è intervenuto con un collegamento video a “Italia 5 stelle“, la manifestazione organizzata dal Movimento 5 Stelle a Palermo alla quale sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco di Roma Virginia Raggi e il fondatore del movimento Beppe Grillo.

Durante il collegamento Assange si è scagliato soprattutto contro i giornalisti che ha definito senza mezzi termini “assassini“.

Parole che hanno suscitato aspre polemiche e la reazione del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: “Posso solo augurarmi che Julian Assange, la cui vicenda legata a Wikileaks merita da parte di tutti il massimo rispetto per la gravità delle sue implicazioni umane e personali, abbia straparlato ieri in teleconferenza con Palermo, senza avere le informazioni adeguate. Affermare che i giornalisti sono assassini è, soprattutto in una regione che ha visto tanti giornalisti uccisi, semplicemente farneticante e offensivo“.

Spiega ancora Orlando: “Quando si scambiano le vittime con i carnefici, oltre che insultare la memoria delle vittime, si fa un pessimo servizio alla verità, cui credo che lo stesso Assange sia molto affezionato. A lui rivolgo l’invito a studiare la vita e la storia di Giuseppe Alfano, Carlo Casalegno, Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giuseppe Fava, Mario Francese, Peppino Impastato, Mauro Rostagno, Giancarlo Siani, Giovanni Spampinato, Walter Tobagi, tutti giornalisti la cui memoria ha ieri infangato con le sue parole“.

Il sindaco di Palermo ha, inoltre, espresso “la solidarietà più sinceraa tutti i giornalisti italianiperché si possono avere opinioni diverse e ci si può anche confrontare duramente sulla qualità del rispettivo lavoro, ma il rispetto umano e il rispetto per il dolore delle vittime della violenza è qualcosa che non può essere sacrificato sull’altare dell’agone politico“.