Caso gattino lanciato in aria a Priolo, l’Aida: “Devono pagare”

Caso gattino lanciato in aria a Priolo, l’Aida: “Devono pagare”

SICILIA – “Le tre ragazzine che, per puro divertimento, hanno afferrato un gattino randagio per la schiena e lo hanno lanciato violentemente in aria oltre una recinzione, se la caveranno con una semplice denuncia per maltrattamento visto che sono minorenni. Questo è un vero schifo”. 

Non ha peli sulla lingua Lorenzo Croce, presidente nazionale Aida associazione italiana difesa animali e ambiente, che ci fornisce il suo parere riguardo al caso che ha creato un vero e proprio tam tam mediatico sui social e che è finito sulla ribalta della cronaca nazionale. 

In sostanza il tutto è successo in contrada Talà, vicino a Priolo Gargallo in provincia di Siracusa. Tre giovani, tra i sedici e i diciassette anni, di cui due catanesi, stanno trascorrendo un pomeriggio in campagna, quando trovano un gattino e decidono di fare un macabro gioco in cui, a farne le spese sarà proprio la bestiola che viene lanciato con forza in aria, oltre una recinzione.

“Quello della violenza gratuita nei confronti di animali, è ormai un drammatico fenomeno sempre più diffuso – racconta Croce -. Solo nell’ultimo anno, infatti, sono stati impiccati circa 200 cani per mano di uomini animati solo da crudeltà”.

Ed la domanda, in fondo, sorge spontanea: cosa si scatena nella mente di chi compie simili gesti?

“Il video dell’impiccagione del cane Angelo riguardo a cui s’è parlato tantissimo recentemente, ha totalizzato oltre due milioni di visite – spiega Croce -. È chiaro che, tra tutta questa moltitudine di utenti, ci sarà anche chi prende quelle immagini come esempio… per questo si tratta di un fenomeno davvero pericoloso”.

Per questo Croce chiede venga fatto un lavoro culturale, che parta dalla base dell’istruzione.

“Fino a quando questi argomenti non verranno trattati a scuola con sistematicità, ci troveremo a dover fare bilanci sempre più raccapriccianti – aggiunge Croce -. I ragazzi, ormai, traggono insegnamenti dalla strada, ma soprattutto dal web che è pieno zeppo di questo tipo di schifezze – conclude -. Solo nell’ultimo anno ho fatto 600 denunce per maltrattamenti on-line… ma internet è un mare magnum quasi impossibile da arginare se non con un supporto serio da parte delle istituzioni”.