Formazione e sanità: tutte le bugie di Crocetta

Formazione e sanità: tutte le bugie di Crocetta

PALERMO – Ce la farà il presidente Crocetta a mantenere le promesse? O saranno solo bugie le parole sulla formazione professionale e sulla sanità? I due settori sono (e sono stati) terra fertile per produrre consenso politico, accrescere clientele, ottenere indebiti vantaggi e agevolazioni.

La “rivoluzione” di Crocetta non ha scardinato il quadro. È triste vedere un altro presunto rivoluzionario come Luigi De Magistris – sindaco (sospeso) di Napoli a causa di una condanna giudiziaria – stia ammainando la sua bandiera. Ma il presidente della Regione – seppur isolato pure dal suo stesso partito – continua e rilancia.

L’ultimo annuncio riguarda il settore della formazione. Crocetta ha promesso 130 milioni per pagare gli stipendi degli operatori della formazione professionale. Però ancora non si conoscono né i modi né i tempi di questi mandati di pagamento che dovrebbe emettere la pachidermica burocrazia siciliana.

E così è insorto pure lo Snals, il sindacato dei lavoratori della scuola, che attraverso il coordinatore regionale Giuseppe Milazzo ha dichiarato: “I ripetuti impegni e accordi stipulati sono stati sempre disattesi. È paradossale, una messa in scena senza alcuna novità”.

“Sempre gli stessi impegni, promesse, rassicurazioni ed ipocrite condivisioni delle preoccupazioni dei lavoratori che si riassumono in numerosi e purtroppo inconcludenti tavoli di confronto tenuti con i sindacati”, ha aggiunto il sindacalista.

Le promesse di Crocetta non convincono più. “Non ci sono risultati concreti né passi in avanti, – ha sottolineato il coordinatore regionale Milazzo – ma solo un ridicolo e banale rituale ben organizzato. Sono solo politicanti, anch’essi rituali e banali, ossessionati dalla ricerca del consenso elettorale. Non tengono conto delle reali emergenze sociali che attanagliano i lavoratori del settore”.

I sindacati, in buona sostanza, chiedono il pagamento degli arretrati e lo sblocco della cassa intergrazione in deroga per gli operatori sospesi dagli enti.

Un’altra patata bollente è la sanità e le nomine che gravitano intorno ad essa. È notizia di ieri che il deputato del Pd, nonché presidente della commissione sanità, Pippo Digiacomo si sia recato dai magistrati etnei come persona informata dei fatti. I fatti sono quelli riguardanti le nomine dei manager degli ospedali catanesi Angelo Pellicanò e Paolo Cantaro.

Le nomine – infatti – sono state revocate e Digiacomo ha sollevato non pochi dubbi sulla vicenda, ipotizzando delle pressioni del presidente per “far fuori” i due manager. Questi ultimi, secondo il decreto Renzi, non potrebbero essere dei manager di aziende sanitarie pubbliche perché pensionati. Però il decreto di nomina sarebbe arrivato, seppur di poco, precedentemente al decreto del presidente del consiglio.

Crocetta, dopo le nomine dei due manager, si è rivolto all’avvocatura dello Stato che ha invece espresso parere contrario alle nomine. È solo una vicenda che corre sul filo delle interpretazioni della legge o c’è una guerra sul controllo e la gestione dei posti di prestigio all’interno della sanità?

Il deputato del Pd Digiacomo ha parlato di “pressioni indebite per orientare i pareri riguardo la nomina a direttore generale del Policlinico di Catania e del Cannizzaro e per fare fuori Cantaro e Pellicanò. È una cosa che sappiamo bene io e altre persone. Sarebbero questi i comportamenti dei cosiddetti moralizzatori della Sicilia?”.

L’indagine della procura etnea va avanti per far luce sulla vicenda. Sul piano politico Digiacomo e Crocetta sono in guerra. Il presidente ha mostrato un foglio con le presunte raccomandazioni chieste dal deputato di Comiso e ha innescato una serie di reazioni a catena. Con buona pace dei siciliani che aspettano risposte concrete sulla formazione e sulla sanità.

Foto Flickr Jeljis cc license