MESSINA – Sono stati tantissimi, troppi, gli allarmi e gli avvistamenti nei nostri mari negli ultimi giorni: dal grosso morso rinvenuto su un pesce spada pescato vicino a Messina, alla segnalazione della presenza di un enorme squalo di ben 5 metri proprio nello stretto, all’avvistamento di un pescecane di 4 metri anche a Siracusa, fino alle segnalazioni di pochi giorni fa a San Saba della presenza della carcassa di un delfino probabilmente dilaniato da uno squalo.
E, come se non bastasse, ci si mettono anche le balene, avvistate ad Augusta appena una settimana fa.
Ma c’è davvero da preoccuparsi?
“Da sempre gli squali – dichiara Antonio Manganaro, professore del dipartimento di Scienze Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche e Ambientali dell’università di Messina – popolano i nostri mari e i subacquei lo sanno bene e si preparano sempre per questo tipo di incontri. Non c’è niente di cui preoccuparsi, nessuna anormalità. Probabilmente ci sono degli spostamenti dovuti alla ricerca del cibo, in particolare tonni e altri grossi pesci, che porta gli squali ad avvicinarsi alla costa”.
Un “problema” da attribuire, quindi, esclusivamente ai naturali equilibri trofici, nessun cambiamento climatico e nessun problema ambientale, almeno in questo caso. Tutto nell’ordine naturale delle cose.
“Gli squali, proprio per una questione di alimentazione – continua il professore -, sono più numerosi in alcune zone, come lo stretto di Messina, il canale di Sicilia o vicino alle isole, dove possono trovare più facilmente i pesci di cui si cibano, mentre nello Ionio, e quindi nella parte meridionale della Sicilia, sono più rari. In ogni caso, le specie e gli individui presenti nei nostri mari sono davvero pochi. È certo che gli squali non si avvicinano per attaccare l’uomo, ma è necessario fare comunque attenzione, perché alcune specie potrebbero rivelarsi più aggressive e in un certo senso pericolose. Allo stesso tempo gli squali sono fondamentali per il nostro ecosistema e sono considerati ‘gli spazzini del mare’, senza di loro nei fondali non ci sarebbe vita. Non creiamo, quindi, inutili allarmismi“.
Ecco spiegate tutte le segnalazioni apprese dalla capitaneria di porto nelle ultime settimane, specialmente a Messina e a Siracusa.
Inutile negare, gli squali esistono e sono sempre esistiti nei nostri mari, dal temutissimo e leggendario squalo bianco, di passaggio nelle stagioni più calde durante il periodo di riproduzione delle loro prede, i tonni rossi, alla Verdesca e al Notidiano, gli squali più tipici in Sicilia.
“Da sempre, riceviamo spesso segnalazioni di persone che pensano di aver visto uno squalo o una pinna e ci avvertono immediatamente per dare l’allarme – avvisa la Capitaneria di Porto di Messina -, ma naturalmente, non essendo esperti del campo, non è possibile essere sicuri della specie di appartenenza dell’animale. Noi, pur scongiurando ogni tipo di allarmismo, suggeriamo a tutti, in particolare ai subacquei, di fare molta attenzione e ai bagnanti di non allontanarsi troppo dalla costa, così come è sempre consigliabile”.
Simile è la dichiarazione rilasciata dalla Capitaneria di Porto di Siracusa: “Sia balenottere che squali sono sempre stati presenti in tutta Italia, ma gli avvistamenti sono più frequenti in zone dove, specialmente in estate, i mari e le spiagge sono continuamente popolati da pescherecci e bagnanti, come accade in Sicilia. I cetacei, avvistati a nord di Siracusa, seguono il plancton di cui si cibano e attraversano i nostri mari a causa del surriscaldamento delle acque durante il periodo della stagione estiva, non rappresentando alcun pericolo né per le imbarcazioni più grandi né per quelle di dimensioni più modeste. Al contrario, il pericolo è per i cetacei che potrebbero ferirsi. La presenza di squali, invece, non è stata ancora riscontrata da parte delle istituzioni, non c’è niente di ufficiale. Nonostante ciò, noi della Capitaneria di Porto ci impegniamo in pattugliamenti giornalieri e consigliamo ai cittadini di fare attenzione”.