CATANIA – “Sono in riunione e non ne so nulla. Magari è un fatto del passato”. Proviamo a chiedergli un appuntamento nel pomeriggio ma lui respinge ancora, ha altro da fare.
Eppure lo abbiamo contattato per chiedergli solo un’opinione su quanto sarebbe accaduto al vigile catanese Carmelo Arcifa ma niente… Pietro Belfiore, comandante dei vigili urbani di Catania, si gioca la carta del silenzio e preferisce non prendere posizione. Così non ci rimane che riagganciare la cornetta e contattare un altro comandante dei Vigili Urbani, Vincenzo Gullo. Ci spostiamo, dunque, a Sant’Agata Li Battiati.
“Prendo le distanze pubblicamente da quanto accaduto. È un episodio che getta fango su tutta la categoria – afferma il comandante Gullo – Se è vero che in altra sede bisogna ancora approfondire le reali responsabilità del vigile urbano, è anche vero che qualora esse dovessero essere accertate, andranno severamente punite”.
E così per una multa “taroccata” ne è nata un’inchiesta, dopo la contestazione da parte del procuratore Zuccaro, che ha portato al rinvio a giudizio per falso abuso di potere dell’agente di polizia municipale che adesso rischia grosso. Infatti “il falso in atto pubblico – incalza Gullo – è un reato a tutti gli effetti che come pena massimo arriva alla reclusione ma comporta anche un provvedimento disciplinare che può prevedere il licenziamento”.
“Sono questi i casi in cui mi metto nei panni dei cittadini e non posso che dar loro ragione se si alterano nei nostri confronti – conclude il comandante dei vigili urbani di Sant’Agata Li Battiati – fermo restando che la vicenda ancora va appurata fino in fondo”.
Una sventura vera e propria quella in cui è incappato Arcifa, basti pensare alle probabilità che si hanno, alterando un numero, di beccare giusto giusto la targa del noto magistrato catanese. Ma a lui è successo…