Taormina

Taormina

franz_cannizzo

CATANIA – Ho sempre amato Taormina, sin da ragazzino, al passeggio sul Corso con i miei genitori, in attesa del gelato. Qualche anno dopo, ebbi l’occasione di conoscere e frequentare, tra gli amici di famiglia, Lello Bersani, famoso giornalista Rai che seguiva puntualmente tutti gli eventi e la vita mondana Taorminese. Ed io al suo seguito del suo gruppo, che mi permise di conoscere tante star del cinema e della musica, alcune molto belle, altre simpaticissime, altre ancora veramente bizzose.

Ma comunque non potrò mai dimenticare, per oltre un decennio, le mie serate estive sul monte Tauro, molte trascorse al Teatro Greco, altre al “Septimo” dell’altro mio grande amico Rocco, altre ancora al “Mocambo” a commentare lo “struscio”. Ma anche i tanti negozietti di antiquariati e studi fotografici visitati, dove ebbi modo di ricostruire, dai racconti delle persone più avanti negli anni, la storia della “Perla dello Ionio”, oltre ad acquistare alcune delle foto che pubblico questa domenica.

Per esempio, figura mitica Taorminese fu Miss Florence Trevelyan Trevelyan, nobildonna inglese che visse in questa splendida località, che dapprima aiutò i La Floresta ad ampliare gratuitamente il primo albergo di Taormina, l’Hotel Timeo, e in seguito acquistò lo scoglio di S. Stefano, trasformandolo in un paradiso terrestre soprannominato poi Isola Bella durante una discussione tra lei ed il barone tedesco e fotografo omosessuale Wilhelm von Gloeden (1856 – 1931).

Inoltre comprò 87 lotti di terreno per realizzare tra il 1897 ed il 1898 il Parco che battezzò “Hallington siculo” in onore di Hallington Hall, il piccolo villaggio dove aveva vissuto, a circa due miglia a sud-ovest della città di Louth, nel Lincolnshire. Dopo la sua morte il parco fu fatto espropriare da Cesare Acrosso, unico nipote maschio di suo marito Salvatore Cacciola, in combutta con “don” Giovanni Colonna duca di Cesarò, al quale venne intestato senza merito il parco, poiché egli – vigliaccamente – non fu nemmeno tra i firmatari del Regio Decreto Legge 528 del 18 febbraio 1923.

Dall’Inghilterra arrivò il re Edoardo VII nel 1906 e nel 1908, dalla Germania personaggi come Johann Wolfgang von Goethe, che citò Taormina nel suo Viaggio in Italia (Italienische Reise), il fotografo barone Wilhelm von Gloeden, il pittore Otto Geleng, Friedrich Nietzsche, dal 1882, che qui scrisse Così parlò Zarathustra, Richard Wagner, lo Zar Nicola I, il Kaiser Guglielmo II di Germania col cugino lo Zar Nicola II, la Zarina Aleksandra Fëdorovna Romanova nipote della regina Vittoria in quanto figlia di Alice d’Inghilterra con gli amici, Ignazio Florio e Franca Florio, “la stella d’Italia” come la chiamava il Kaiser ed amica della Trevelyan, Gabriele D’Annunzio, Gustav Klimt, Sigmund Freud, Edmondo De Amicis, il granduca Paolo di Russia, il principe Jusupov Feliks con la principessa Irina, l’arciduca Mihail Pavlopic fratello dello Zar Nicola II e banchieri, magnati, aristocratici di tutto il mondo.



Ben presto Taormina divenne famosa in tutto il mondo, sia per le sue bellezze paesaggistiche, per i suoi panorami, per i suoi colori, per i quadri dell’Etna innevato e fumante che declina sino al mare turchese e che fecero il giro del mondo, ma anche per la sua permissività, per la sua “trasgressione”, per i suoi “dotti cenacoli”, per il “mito d’Arcadia”, per la sua sfrenata “dolce vita”.

Lo scrittore catanese Massimo Simili descrive un periodo in cui non passava giorno che a Taormina non accadesse qualcosa di “folle” grazie ai suoi estrosi e famosi frequentatori. Ciò che era permesso a Taormina creava scandalo persino nella “internazionale” Capri dove, per esempio, l’armiere tedesco Krupp aveva cercato, senza riuscirvi, di ricreare i “cenacoli taorminesi” in cui efebi locali ed ancelle erano al centro delle “scene”. Krupp a Capri fu travolto dallo scandalo e pochi giorni dopo si tolse la vita per la vergogna a Brema.

Sorsero molti alberghi tutti gestiti da famiglie taorminesi. Il paese di pescatori e contadini e di benestanti borghesi si trasformò dunque in una cittadina di commercianti, albergatori, costruttori. Durante la seconda guerra mondiale fu sede del Comando tedesco della Wehrmacht, per cui il 9 luglio del 1943, giorno del patrono San Pancrazio vescovo, Taormina subì due devastanti bombardamenti degli aerei alleati che distrussero parte della zona sud e persino un’ala del famoso albergo San Domenico, in cui era in corso una riunione dell’alto comando tedesco.

Ecco cinque delle mie foto che ritraggono Taormina tra la fine dell’Ottocento e durante il corso del secolo passato.