Antibiotici, regole per un uso corretto

Antibiotici, regole per un uso corretto

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Nino Rizzo

Ho letto molto in questi giorni di antibiotici sempre meno efficaci nella cura delle infezioni, di grandi strategie internazionali, di ricerche importanti internazionali. Ma nel pratico ognuno di noi cosa può fare per diminuire e rallentare questo problema? (m.m.)

La sua domanda è molto interessante. È vero: proprio in questi giorni si è molto discusso di antibiotico-resistenza, della selezione di ceppi batterici non responders agli antibiotici di uso comune e dei pericoli di possibili gravi infezioni su cui potremmo non avere più strumenti farmacologici utili e l’Italia è proprio uno tra i paesi europei con i più elevati livelli di antibiotico resistenza. “La prima regola degli antibiotici è cercare di non usarli, la seconda è cercare di non usarne troppi” diceva un noto infettivologo: è proprio l’abuso e l’utilizzo inappropriato degli antibiotici che hanno contribuito alla comparsa di batteri resistenti. Cosa possiamo fare noi, giorno per giorno, per frenare questo fenomeno? Possiamo e dobbiamo fare tanto, per cui teniamo bene a mente questi semplici ma utili consigli.

1. Evitare sempre l’autoprescrizione di antibiotici ma rivolgersi sempre ad un medico; solo un medico potrà capire se è il caso di utilizzarli o meno;

2. Informare sempre il medico sul precedente utilizzo di antibiotici;

3. Rispettare rigorosamente i dosaggi prescritti dal medico e gli intervalli posologici, senza avventurarsi in modifiche personali;

4. Rispettare precisamente la durata della cura prescritta (in genere 7/10 giorni);

5. Evitare di utilizzare antibiotici per trattare infezioni virali come il raffreddore comune o l’influenza su cui non hanno alcuna azione;

6. Ritardare l’assunzione di antibiotici almeno di 48 ore dopo l’inizio di una affezione del tratto respiratorio, in attesa di una risoluzione spontanea che il più delle volte si realizza; non utilizzare confezioni di antibiotici già aperte ed utilizzate in precedenza.

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