“Ho lo stile di Gheddafi, nessuno è più forte di me”, arrestato uno dei più grossi trafficanti del nord Africa

“Ho lo stile di Gheddafi, nessuno è più forte di me”, arrestato uno dei più grossi trafficanti del nord Africa

PALERMO – La Procura lo ha ritenuto uno dei più grossi trafficanti di uomini. Lui, Mered Medhanie, uomo di origine eritrea si vantava di avere “lo stile di Gheddafi, non potrà esserci mai nessuno più forte di me”.

Non erano dello stesso avviso gli uomini della Polizia locale che lo scorso 24 maggio lo hanno fermato in Sudan su indicazione delle autorità italiane ed inglesi.

Il trafficante è stato immediatamente estradato e ieri sera è arrivato a Roma, scortato dagli agenti del Servizio centrale operativo e delle squadre mobili di Palermo e Agrigento.

Si tratta del primo episodio di estradizione concessa dal Sudan al’Italia e, dunque, del primo trafficante di uomini a finire dietro le sbarre di una prigione europea.

L’uomo è accusato di aver organizzato e coordinato numerosi di viaggi dalla Libia verso la Sicilia, alcuni dei quali “macchiati” della morte di alcuni migranti.



“Ho lavorato bene, ho fatto partire 7.000, 8.000 persone” aveva detto nel corso di una telefonata intercettata dagli inquirenti. A preoccuparlo era soltanto il pensiero di dover mettere al sicuro il denaro accumulato: “Meglio investire in America o in Canada – diceva – lì non ti chiedono la provenienza dei soldi”.

Un uomo spregiudicato che con estremo cinismo ha commentato “Sono davvero stressato, tutta colpa del lavoro” e poi ancora ridendo: “Dicono di me che ne faccio salire sempre troppi sui barconi… ma sono loro che vogliono partire subito”.

Adesso la priorità delle forze di Polizia è quella di ricostruire la rete di trafficanti che continua, tutt’oggi, a gestire sbarchi dal nord Africa alla Sicilia.

Il Servizio centrale operativo della polizia, diretto da Renato Cortese, e le squadre mobili di Palermo e Agrigento, guidate da Rodolfo Ruperti e Giovanni Minardi, hanno già individuato altri trafficanti di uomini che operano a Tripoli; l’ultimo nome emerso dai racconti dei migranti arrivati in Italia è quello di “Osama”, figura ancora rimasta nell’ombra a capo di un’organizzazione con base operativa sulla spiaggia di Sabratha.