CATANIA – Questa mattina a Palazzo Platamone ha preso il via un convegno sulla “costruzione della città metropolitana di Catania” con la partecipazione del ministro per le autonomie e gli affari regionali Maria Carmela Lanzetta. Era prevista anche la partecipazione dell’assessore regionale alle autonomie locali Patrizia Valenti che, però, ha dato forfait per un impegno palermitano.
Interverranno al dibattito odierno anche il dirigente del dipartimento per gli affari regionali Giovanni Vetritto sulle “linee guida delle attività di supporto del dipartimento” e il direttore area politiche settoriali di Formez Arturo Siniscalchi.
L’impasse della riforma sulle abolizione delle province e l’istituzione dei liberi consorzi e delle città metropolitane è ancora presente e molto probabilmente ci saranno ulteriori rinvii e proroghe. Oggi, riguardo i liberi consorzi, è il giorno della scadenza per la presentazione da parte dei comuni delle delibere con le quali richiedere sia il referendum che l’uscita da un consorzio e l’ingresso in un altro.
Il dietrofront della politica regionale sulla riforma di Crocetta potrebbe manifestarsi nel recepimento della legge nazionale Del Rio che, di fatto, modifica e non abolisce le province e che istituisce le città metropolitane.
Sul tema ha parlato il ministro Lanzetta: “Noi come ministero accompagniamo la nascita dando il supporto possibile nella redazione degli statuti, perché non sono un atto burocratico ma la scrittura delle regole di quella che sarà la città metropolitana”.
“Per i cittadini i primi effetti tangibili – ha spiegato il ministro – saranno la semplificazione e la riorganizzazione dei servizi. La legge da dei poteri importanti per tutta l’area non circoscritti al semplice comune”.
“La legge è quella nazionale della struttura dello Stato sui territori – ha chiarito – e quindi la Regione potrà recepire quello che riterrà opportuno dalla legge nazionale. La legge dà i principi della trasformazione delle province in area vasta che diventano enti di supporto ai comuni e i sindaci e i consigli comunali sono chiamati a governare quell’area”.
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Sui problemi riguardanti l’abolizione delle province e i conseguenti disagi derivati per la mancanza di fondi per il trasporto dei disabili il ministro fa un distinguo: “Queste problematiche non sono dovute all’abolizione delle province, ma ci sono stati tagli indipendenti dalla legge Del Rio e la sua attuazione non va confusa con i temi delle province. Risolvere questi problemi è necessario. L’11 settembre è stato approvato un decreto ampiamente condiviso con le regioni e si lascia ampia libertà di allocare le funzioni ragionando insieme con il governo centrale e sindaci”.
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Categorico il sindaco di Catania Enzo Bianco che invita a un rapido recepimento della legge Del Rio sulle città metropolitane: “Non dobbiamo fare un ulteriore rinvio, dobbiamo correre più veloce degli altri. Vogliamo in Sicilia una delle più grandi riforme del paese e noi siamo stati i primi a varare le città metropolitane: Palermo, Catania e Messina sono essenziali per la nostra terra”.
“Occorre un articolo unico di recepimento della legge Del Rio -ha concluso Bianco – e non è possibile che la Sicilia usi la propria autonomia in maniera penalizzante rispetto alle potenzialità che si hanno”.
In questa direzione di Catania città metropolitana l’assessore all’urbanistica Di Salvo ha dichiarato ieri alla stampa che ci si dovrà dotare non più di un piano regolatore cittadino ma metropolitano. Ancora tutto langue. Per il piano cittadino i catanesi aspettano da più di mezzo secolo.