SICILIA – “Siamo tutti schifosamente umani”. A pochi giorni dallo scandalo mediatico che ha travolto il direttore di Telejato Pino Maniaci, ecco che a dire la sua ci pensa Pif, uno dei conduttori del programma “Le Iene”, nonché giornalista e regista.
Un video in primo piano di poco più di 8 minuti in cui Pif offre una chiave di lettura inedita sulla vicenda di cronaca che ha sconvolto i siciliani e non solo.
“Mi è crollato il mondo addosso come credo sia successo a tutti ma, sapendo chi è Pino, ho voluto andare a fondo nella vicenda – ha detto Pif –. Pensare di conoscere qualcuno attraverso le parole estratte da un’intercettazione è come sperare che non ci siano fraintendimenti in una conversazione tramite messaggi e con le emoticon”.
Un discorso chiaro e puntuale, pronunciato alla luce delle notizie trapelate dai giornali, ma soprattutto della conferenza stampa degli scorsi giorni in cui Maniaci ha dichiarato di “voler spiegare ogni malinteso”.
In sostanza Pif non ci sta a definire Pino Maniaci “estortore” e divide la sua analisi dei fatti su un piano penale e su uno morale che, come spesso accade, in questo caso coincidono.
“L’atteggiamento da bullo con la propria donna per garantirle un posto di lavoro, le dichiarazioni false riguardo all’impiccagione dei suoi cani e gli insulti al premier Renzi non sono estorsione”.
Ma resta lo scambio di soldi con Gioacchino De Luca sindaco di Borgetto: 466 euro richiesti per degli eventuali “favori”.
“Che estorsore è uno che chiede 466 euro? – chiede Pif – Se il sindaco De Luca gliene avesse dato 470 allora Maniaci gli averebbe restituito il resto?”.
Riflessioni che trovano terreno fertile in un popolo come quello dei giovani siciliani che hanno ancora bisogno di sperare perché, se è vero che gli eroi non esistono, i punti di riferimento sono fondamentali.
“Non sopporto l’atteggiamento di chi vuole mettere l’antimafia dentro un recinto e lontana da sè – incalza Pif -. Telejato è una testata che ha fatto davvero delle lotte contro la mafia, una realtà nella quale in molti credono e continuano tutt’ora a portare avanti – aggiunge il conduttore -. Ci vorrebbe una nuova antimafia 3.0 attraverso la quale ognuno nel suo piccolo fa qualcosa invece di aspettare di vedere crollare gli altri perché se oggi a Palermo ci sono negozi che non pagano il pizzo è successo perché qualcuno ha deciso di metterci la faccia e si è messo in gioco”.
È chiaro che ci sono domande a cui è necessario rispondere ma, a pensarci bene, in tutta questa lotta del fango l’unica ad attirare linfa e a farsi anche una bella risata sopra è la mafia.