La flotta fantasma e i corpi liquefatti. Al largo i resti dell’ecatombe migranti. Il Ministero dell’Interno brancola nel buio

La flotta fantasma e i corpi liquefatti. Al largo i resti dell’ecatombe migranti. Il Ministero dell’Interno brancola nel buio

CATANIA – Sta assumendo sempre più l’aspetto di una commedia noir. Della quale avremmo fatto volentieri a meno. Sono trascorse quasi due settimane dalla difficoltosa riemersione del peschereccio affondato il 18 aprile dello scorso anno nel Mediterraneo, provocando la morte di circa 900 migranti. I corpi rimasti per più di 12 mesi custoditi nella trappola di legno che li ha trascinati in fondo al mare dovranno essere riesumati dai vigili del fuoco siciliani nell’hangar predisposto nella zona Nato del porto di Augusta. Ma ancora non si sa quando accadrà. Incredibile, ma tristemente vero.

È lo stesso Ministero dell’Interno, che sta coordinando l’operazione Augusta 2016, a sventolare bandiera bianca. Abbiamo la possibilità di mostrarvi il documento che rivela quel che sta avvenendo, cioé che non si ha certezza su quando la flotta attraccherà.

Documento Ministero dell'Interno

“I prospetti sono stati predisposti nell’ipotesi che l’operazione venga materialmente posta in essere in data 10/5/2016”, si legge. Si ipotizza. Ancora si ipotizza. E si mettono in subbuglio i dipartimenti siciliani dei vigili del fuoco, alle prese con una endemica carenza di uomini e mezzi. Perché il personale del SAF, quello addestrato per gli interventi Speleo Alpino Fluviale, per via dello sconvolgimento quotidiano del programma predisposto con “superficialità – dicono quelli dell’Unità Sindacale di Base dei vigili del fuocoe incapacità organizzative” all’inizio dell’operazione, “non potrà effettuare il turno notturno dalle 20 alle 8 nel Comando di appartenenza”, si legge ancora nel documento, e “i Comandi sono autorizzati a richiamare personale libero dal servizio”.

È il caos. Si svuotano le caserme per una operazione nata male, che sta proseguendo peggio, senza avere idea di quel che accadrà nei prossimi giorni, e si obbligheranno altri vigili del fuoco a rinunciare al sacrosanto periodo di riposo. Nel frattempo, in alto mare sta succedendo di tutto.

La flotta attualmente è al traverso di Ragusa, mostra il fianco al largo della costa iblea. La versione ufficiale, quella che ci ha fornito pure il direttore centrale dell’emergenza e del soccorso tecnico urgente del Dipartimento Nazionale dei Vigili del Fuoco, Giuseppe Romano, attribuisce alle “avverse condizioni del mare” il ritardo. A quanto pare, invece, è la conseguenza di uno degli innumerevoli errori di calcolo, compreso uno dei più clamorosi che vi abbiamo documentato la scorsa settimana. Ci riferiamo all’hangar per accogliere il peschereccio e gli operatori che è stato smontato perché l’ampiezza era stata calcolata male: un errore da 200mila euro, visto che si è dovuto costruire un altro hangar.

La nave della Marina Militare utilizzata per fare da traino non avrebbe la potenza adeguata per trascinare il natante cavo all’interno del quale è stato alloggiato il peschereccio con la stiva stracolma di cadaveri. Quindi arranca. Sembra una flotta fantasma, che appare lenta all’orizzonte. È una flotta di fantasmi, che sono stati disturbati e che non possono credere a quanto sta avvenendo. Perché quella che nelle intenzioni doveva essere un’operazione dallo scopo nobile, cioé non abbandonare come se fosse merce guasta centinaia di vittime in fondo al mare, rischia di diventare un orrido scempio, una grottesca profanazione. Perché gli imprevisti non sarebbero stati previsti.

Così le fasce refrigeranti utilizzate per avvolgere il peschereccio e mantenerlo ad una temperatura bassa per evitare l’ulteriore deterioramento delle salme non starebbero più funzionando. Tant’è che si starebbe cercando di rimediare iniettando quotidianamente azoto liquido. Ma è un palliativo, anche perché ancora non si ha la certezza di quel che contenga il natante della tragedia, se soltanto i resti previsti o altri ancora; se soltanto nella stiva che poteva contenere solo 40 persone o se anche nel resto dell’imbarcazione; se soltanto resti umani o anche di altro genere, chimico o chissà cos’altro. Insomma, così come ci è stato riferito, “ad Augusta i vigili del fuoco potrebbero essere costretti a mettere le mani in una massa informe di corpi liquefatti”.

Alessandro Sofia