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Buongiorno professore Rizzo. Sono un malato oncologico in cura presso un centro convenzionato con il SSN. La malattia mi costringe a ripetere mensilmente una serie di esami di laboratorio. Sostengo la maggior parte della spesa di persona perché il medico di famiglia afferma di poter prescrivere questi esami, a causa del decreto Lorenzin, su ricetta rossa una volta ogni sei mesi al massimo. Egli afferma che è stato stabilito per legge che per il monitoraggio della malattia (mieloma multiplo) e degli effetti collaterali della terapia è sufficiente un emocromo mensile e per tanto tutti gli altri esami prescritti dall’ematologo sono a carico mio. Inoltre il medico mi dice che l’ematologo non dovrebbe demandare a lui le prescrizioni ma provvedere direttamente anche se lavora in una struttura convenzionata. Vorrei che lei mi aiutasse a capire come stanno realmente le cose. Grazie (f.m.)
La ringrazio per la sua domanda che ci consente di puntualizzare alcuni concetti ed alcune considerazioni che già nelle settimane precedenti abbiamo trattato, ma che evidentemente richiedono ulteriori precisazioni. Nel mese di gennaio del 2016 si è abbattuto sulla nostra sanità il famigerato Decreto Lorenzin che tanta confusione e tanto malcontento ha creato. E nonostante una successiva circolare di chiarimento che lo stesso ministro ha “dovuto” inviare a tutti gli addetti ai lavori per cercare di arginare il disastro che aveva determinato, ancora oggi si realizzano situazioni come la sua, di disorientamento. Anche perché, proprio per non farci mancare niente, l’assessorato alla salute della Regione Siciliana ha complicato tutto il quadro normativo con un’altra serie di decreti per regolamentare l’attività prescrittiva degli specialisti ed i compiti dei medici di famiglia nella nostra regione. Cerchiamo quindi di chiarire alcuni punti.
La circolare del ministro di cui parlavamo prima ha di fatto sospeso in maniera chiara l’applicazione del decreto Lorenzin per tre categorie di assistiti: oncologici, cronici ed invalidi. Per quel che riguarda gli oncologici il suo medico può tranquillamente non applicare le condizioni di appropriatezza previste nel decreto, senza incorrere in alcuna sanzione. Va inoltre sottolineato che il decreto non prevede alcuna periodicità nell’esecuzione degli esami, fatta eccezione per la colesterolemia e la trigliceridemia e solo per un certo tipo di assistiti, e quindi quanto sostenuto da taluni medici riguardo all’impossibilità di eseguire mensilmente determinati esami per il monitoraggio di un mieloma non mi sembra corretta. Relativamente all’altro punto nel quale il medico di famiglia sostiene che tali accertamenti dovrebbe prescriverli direttamente su ricettario regionale lo specialista oncologo, anche qui mi permetto di non essere d’accordo. Infatti ciò varrebbe solo se tale oncologo o qualunque altro specialista operasse in struttura pubblica (ASP, ospedali, centri universitari) in possesso di ricettario regionale; la norma non vale invece per i centri convenzionati. Probabilmente questa ultima questione è sorta per una ennesima disposizione assessoriale che consentirebbe ad alcuni specialisti privati accreditati e contrattualizzati con il SSR, per ora solo per il 2016 e solo a titolo sperimentale, la possibilità di prescrivere prestazioni eventualmente necessarie a completare l’iter diagnostico-terapeutico relativo al problema clinico: si tratta comunque non di un obbligo ma di una possibilità per lo specialista e non riguarderebbe i centri di ospedalità privata.
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