Famiglia Speziale contro Laura Boldrini

Famiglia Speziale contro Laura Boldrini

CATANIA – La Corte annulli senza rinvio il decreto impugnato e disponga la trasmissione degli atti al tribunale di Roma per la prosecuzione del procedimento nei confronti della presidente Boldrini”.

È questo quanto ha chiesto l’avv. Giuseppe Lipera, legale della famiglia Speziale, in merito alla recente richiesta di archiviazione, formulata dal Pubblico Ministero, della denuncia nei confronti del presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini per aver pronunciato delle frasi ritenute diffamatorie nei confronti della famiglia Speziale.

La circostanza contestata risale a quasi due anni fa quando la presidente Boldrini, riferendosi ad una maglietta riportante la scritta “Speziale libero” indossata da un tifoso, aveva reso la seguente dichiarazione: “Abbiamo parlato di quanto fosse deprecabile, violenta e volgare quella maglietta, ritengo deprecabile quella scritta sulla maglietta. Era offensiva nei confronti della loro famiglia così come verso tutti i servitori dello Stato, che a volte ci rimettono anche la vita, e che svolgono una funzione essenziale”.

Il 29 Marzo scorso, inoltre, il Gip di Roma ha dichiarato l’inammissibilità dell’opposizione in quanto “il caso in situazione denota la superfluità di ogni ulteriore accertamento, la notizia di reato rimane infondata atteso che le esternazioni in parola sono state operate nell’esercizio delle funzioni di Presidente della Camera”.

“Dalle poche ed uniche righe della motivazione del decreto – afferma l’avv. Giuseppe Lipera – è già immediatamente percettibile la violazione di legge circa la omessa adeguata motivazione richiesta per le ipotesi di decreto di inammissibilità, il tutto sacrificando il diritto al contraddittorio della persona offesa”.

“Il giudice, ove ritenga inammissibile l’opposizione, deve enunciare le ragioni con adeguata motivazione. Non solo è stata fornita una motivazione illogica e contraddittoria a sostegno dell’infondatezza della notizia di reato, ma altresì è stata completamente omessa la motivazione – conclude – in ordine alla ritenuta ‘superfluità’ delle nuove indagini”.