CATANIA – I loro rapporti con le “ndrine” erano strettissimi. La famiglia Cambria, il padre Andrea e i due figli Mario Carmelo e Sebastiano, a Gioia Tauro e a Napoli era conosciuta… da chi di dovere. Da chi, cioè, doveva procurargli la droga da portare in Sicilia.
Il loro commercio puntava sulla marijuana e sulla cocaina. E il più grosso giro di clienti lo avevano a Catania, fra San Cristoforo e Zia Lisa
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A proteggerli c’erano gli uomini del clan Cappello-Bonaccorsi. Sotto il controllo di Santo Strano, conosciuto come “Facci i Palemmu”, la famiglia Cambria e i collaboratori Mario Gerbino, Mario Strano e Alessandro Di Benedetto, potevano stare tranquilli: nessuno gli avrebbe rubato il posto o avrebbe potuto fargli ostruzionismo. Le due piazze erano a loro disposizione.
Così guadagnavano fior di quattrini. Quasi 500 mila euro sono stati sequestrati dalla squadra mobile di Catania, coordinata dal dirigente Antonio Salvago.
E si perché proprio oggi all’alba, il blitz disposto dalla procura distrettuale di Catania con a capo il procuratore Michelangelo Patané ha portato all’arresto di 9 persone che ora dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di essere associazione armata.
A gestire le piazze c’era anche Orazio Conte, cognato di Andrea Cambria che teneva il conto degli incassi, pensando mensilmente al pagamento degli stipendi dei detenuti.
Insomma i soldi giravano in famiglia…