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Sono una paziente affetta da artrite reumatoide e da circa 5 anni sono in trattamento con Methotrexate fiale. Da qualche tempo trovare questo farmaco è impossibile. Mi spiegate il motivo? (C. A.)
Soffro di aritmia cardiaca ed assumo un antiaritmico ormai introvabile in farmacia da qualche mese. Come posso continuare a curarmi? (C. L.)
Queste sono due mail che evidenziano in maniera chiara e precisa quello che ormai da qualche mese si sta verificando in Italia ed al sud in particolare. Farmaci di uso comune per patologie estremamente diffuse quali artrite reumatoide, morbo di Parkinson, epilessia, ipercolesterolemie, malattie respiratorie, aritmie cardiache non si riescono più a trovare in farmacia perché o non arrivano proprio o arrivano in quantità estremamente esigue che non riescono a soddisfare la richiesta. Secondi i dati di Farmindustria sarebbero oltre 1.200 le specialità in sofferenza ed a farne le spese sono ovviamente i pazienti. I motivi sono tanti: problemi di produzione, problemi di distribuzione, esportazione all’estero, scelte aziendali di chiusura di linee non abbastanza redditizie. Comunque, sempre problemi riconducibili solo ed esclusivamente a fattori economici di guadagno delle aziende farmaceutiche. E di tutte queste cause quella sicuramente più odiosa è l’esportazione parallela, quel fenomeno cioè per il quale, grazie alla legge sulla libera circolazione delle merci in Europa, i farmaci possono essere rivenduti in altri paesi dove vengono pagati meglio e prima di quello che faccia il nostro SSN ed a fare ciò possono essere i distributori, i grossisti, le aziende stesse o addirittura le farmacie. La soluzione è semplice: vietare questa possibilità, subito ed in maniera assoluta, senza eccezioni. Invece purtroppo le norme sono confuse, contraddittorie, nebulose, specie quando c’è di mezzo l’Europa e la situazione si complica giorno per giorno. Urge quindi un intervento immediato delle Autorità che ponga fine a questa vergogna italiana.
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