“O l’Asp agisce o siamo pronti alla denuncia”. Camici di Guardia medica su tutte le furie

“O l’Asp agisce o siamo pronti alla denuncia”. Camici di Guardia medica su tutte le furie

CATANIA – La tensione si taglia a fette. I medici del servizio di continuità assistenziale hanno rotto il silenzio e sono un fiume in piena. 

Ieri pomeriggio, nella sede dell’ordine dei Medici, il presidente Massimo Buscema ha scelto di incontrarli per capire come agire. Ma è stata dura… urla, aggressioni verbali, nervosismo… ma tralasciando le mele marce che ci sono ovunque, queste reazioni sono la chiara fotografia di una condizione di disagio che li sta esasperando.

“Anche se di firme ne abbiamo raccolte cento, sugli oltre trecento medici che svolgono il nostro lavoro a Catania e provincia, siamo pronti ad agire. O l’Asp interviene o la denunciamo per omissione in atti di ufficio“. Sembrerebbe che su quest’aspetto il coro sia unanime. 

Denunciare subito o concedere tre mesi di tempo all’Azienda Sanitaria Provinciale per adeguarsi alla normativa? È questo il nodo da sciogliere in questi giorni per soffocare ogni incertezza e decidere la linea di azione.

“L’Ordine dei Medici è pronto a schierarsi contro una governance che non fa rispettare le regole – ha affermato il professore Buscema -. Non chiediamo di inventare qualcosa di nuovo, bensì di far rispettare quanto già esiste: allarmi sonori e video-sorveglianza. Serve, però, che siamo tutti uniti. Fino ad ora abbiamo accettato di lavorare così ma adesso serve dire basta. E non deve essere il singolo bensì il gruppo, compatto e coeso”. 

incontro 2

E proprio a tal proposito, il direttivo dell’ordine caldeggia l’ipotesi di inviare all’Asp una diffida che intimi l’intervento entro un determinato lasso temporale. “I luoghi di lavoro vanno messi a norma – incalza Buscema – e di questo deve occuparsi anche il sindaco Enzo Bianco che è il primo responsabile della sanità in città. Asp è stata così solerte nelle verifiche con i medici di famiglia, adesso lo faccia anche con le Guardie mediche”.

Agire, sembra questa l’unica parola d’ordine fra i medici che di chiacchiere ne hanno pieno il cervello. Serve andare dritto al sodo altrimenti scatterà la denuncia alla Procura della Repubblica. 

L’aggressione di Nicolosi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e adesso, sempre che il gruppo rimanga compatto, sembra sia iniziata una pubblica battaglia.

Da una parte ci sono i medici e dall’altra i politici che, appresa la notizia sono scesi in campo. In prima battuta lo ha fatto la consigliera Ersilia Saverino al Comune di Catania e subito a seguire, la pentola bollente è stata scoperchiata anche sul tavolo del ministro della salute Beatrice Lorenzin, presentando un’interrogazione parlamentare in commissione Affari Sociali.

E adesso non rimane che aspettare… ma non troppo.