SICILIA – “Quanto affermato dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, sul fatto che la pesca sia una questione europea ci lascia sgomenti. La crisi del comparto che interessa 18 mila famiglie siciliane ed il futuro legato all’accesso nel Mar Mediterraneo e allo sfruttamento ecosostenibile delle risorse non può vedere assente la Sicilia dal dibattito sul futuro di quest’area.”
Ad affermarlo è Giuseppe Messina, responsabile regionale dell’Ugl, che, in tono polemico, denuncia l’approssimazione e l’inadeguatezza dell’esecutivo regionale che in tre anni ha penalizzato oltremisura un settore strategico per l’economia isolana.
“L’Ugl – sostiene Messina – da tempo denuncia il messaggio fuorviante che il Mediterraneo è in uno stato pietoso e senza pesci per cui bisogna limitare la pesca ed “eliminare i pescatori”. La colpa del fallimento delle politiche degli ultimi trent’anni nel Mediterraneo, che hanno ridotto gli stock ittici e peggiorato lo stato di salute dell’ambiente marino, però non è più solamente dei pescatori.”
“Vi sono infatti – continua Messina – altre cause che incidono sulla riduzione del pescato come il cambiamento climatico, l’inquinamento, la sovrappopolazione della fascia costiera dove avviene il reclutamento di molte specie ittiche ad alto valore commerciale, la pesca illegale, la presenza di specie ittiche aliene, i traffici marittimi aumentati col raddoppio del Canale di Suez, gli scarti liquidi e solidi, l’inquinamento acustico“.
Infine, sempre il responsabile regionale dell’Ugl, lancia un appello: “Sollecitiamo l’assessore Cracolici a mettere in atto azioni concrete e non più rinviabili per contribuire attivamente a ridisegnare il Mediterraneo come un luogo condiviso, con regole comuni di accesso e sfruttamento ecosostenibile per tutti i 27 Paesi Ue ex extracomunitari”.
“L’Ugl, che ha presentato un documento in occasione dell’insediamento a Palermo dei componenti della Commissione Consultiva Regionale della Pesca del 19 febbraio scorso, è per la sostenibilità ecologica, economica e sociale della pesca – conclude Messina – con Piani di Gestione condivisi da tutti”.