Uccide la moglie e fa ricorso contro la condanna per omicidio. La Cassazione: “Inammissibile”

Uccide la moglie e fa ricorso contro la condanna per omicidio. La Cassazione: “Inammissibile”

CATANIA – “Inammissibile”. È con questo termine che la Cassazione ha rigettato il ricorso di Salvatore Capone, il sottufficiale dell’aeronautica militare, che il 12 novembre del 2009 uccise la moglie nella loro casa di Giarre.

In sostanza l’uomo, dopo una violenta lite con la donna la cosparse di benzina e poi le diede fuoco. Allora la vittima, Maria Rita Russo, aveva 31 anni e nel violento scontro rimasero feriti anche i figli, due piccoli gemelli, un maschio e una femmina.

Parliamo di momenti terribili durante i quali proprio la donna dimostrò la sua grande forza: soccorsa da un vicino riuscì ad accusare il sottoufficiale dicendo “è stato lui”.

E mentre i parenti ancora si chiedono cosa abbia portato Capone a commettere un gesto così spietato, diventa definitiva la sentenza, emessa il 6 maggio 2015 dalla Corte di appello di Catania, per omicidio volontario della moglie e tentato omicidio dei due figli.

Sono passati tanti anni da quella tragedia in cui la donna perse le vita dopo dieci giorni nel centro grandi ustionati dell’ospedale Cannizzaro, ma il racconto della ferocia fa ancora rabbrividire.