Catania, a Scenario pubblico il 6 e 7 febbraio Vito Alfarano e Manfredi Perego

Catania, a Scenario pubblico il 6 e 7 febbraio Vito Alfarano e Manfredi Perego

CATANIA – Nuovo appuntamento, con ben due coreografie nella stessa serata, a Scenario Pubblico.  Ad esibirsi saranno Vito Alfarano, per il progetto ACASA, con “Balle“, in prima assoluta, e Manfredi Perego con “Grafiche del Silenzio”. I due spettacoli andranno in scena sabato 6 febbraio alle ore 20,30 e domenica 7 febbraio alle 19. Al termine, come di consueto, ci sarà l’incontro con i coreografi per domande e curiosità.

Il primo ad andare in scena sarà Alfarano con Arianna De Angelis Marocco e Davide Sportelli. “Una coreografia che rappresenta un’affermazione”, dichiara l’autore, una coreografia sul cambiamento dello stato d’animo in una persona che passa dalla conoscenza di una menzogna alla verità, “l’arte di raccontare menzogne, del resto, è antica quanto l’uomo. C’è un Pinocchio in ognuno di noi e il confine tra la verità e la bugia spesso è davvero molto sottile. Ogni età ha le sue bugie: ne esistono di piccole e innocue (bianche) e di grandi e dannose (calunnie) e mente perfino chi finge di credere a tutte le frottole che gli vengono raccontate, per il principio del quieto vivere”. Una bugia può avere mille facce ed è capace di suscitare emozioni differenti sino a sentirsi vuoti. Lo stato d’animo cambia improvvisamente e, a seconda della gravità della menzogna, cambia lo sguardo, l’atteggiamento, la visione di una situazione e la considerazione di una persona. La verità invece ha una sola faccia.

grafiche_del_silenzio

Il secondo spettacolo in scena è “Grafiche del silenzio”, già selezionato Vetrina Giovane danza d’autore 2014 e vincitore del Premio Equilibrio 2014. Un progetto coreografico che nasce dal desiderio di trasporre in forma scenica un percorso personale che l’autore sintetizza in tre parole: nascita-lotta-consapevolezza. Per tradurle in linguaggio coreografico Manfredi Perego fa riferimento al segno grafico come se il corpo fosse un disegno in movimento. È l’arte dello sho-dò giapponese a cui si ispira, un’arte in cui non è possibile correggere il segno, ma solamente lasciarlo vivere sulla carta quale risultato dell’unione di mente, azione e gesto.

In questo contesto il silenzio diviene condizione necessaria per la realizzazione di un tratto deciso ed unico. “Per tutto questo ‘Grafiche del silenzio’ è inchiostro e pennello assieme mentre lo spazio viene utilizzato come foglio di carta che si crea e si ricrea attorno al corpo in una serie di quadri non necessariamente cronologici, astratti e dinamicamente differenti”, afferma l’autore. Anche il suono ha un ruolo per dipingere l’ambiente quindi è a tratti tangente la grafia del corpo, a tratti indipendente. “Non esistono cose come lo spazio vuoto o il tempo vuoto. C’è sempre qualche cosa da vedere, qualcosa da udire. Anzi per quanto ci possiamo sforzare di creare un silenzio non ci riusciremo mai”, affermava John Cage.