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Sono affetta da psoriasi da circa 20 anni. Da qualche mese mio figlio di 22 soffre di dolori articolari e gli è stata posta diagnosi di artrite psoriasica ma lui non soffre di questa malattia dermatologica. Come è possibile? (n.r.)
L’artrite psoriasica è un reumatismo infiammatorio cronico classificata tra le spondiloartriti sieronegative per l’assenza del fattore reumatoide. Si manifesta in circa il 5-30% dei pazienti affetti da psoriasi ma può manifestarsi anche in soggetti che non presentino la malattia dermatologica, ma abbiano solo familiarità di primo grado con pazienti affetti da psoriasi: è questo appunto il caso di suo figlio ed in questo caso si parla proprio di artrite psoriasica “sine” psoriasi, cioè senza psoriasi. È importante inoltre sapere che non vi è alcuna correlazione tra l’entità delle eventuali lesioni psoriasiche e l’eventuale insorgenza e gravità delle lesioni artritiche.
Sono stata ieri dal mio medico di famiglia per richiedere delle analisi di controllo per mio figlio di 16 anni ed il dottore mi ha detto che doveva limitarsi solo a poche richieste perché un recentissimo decreto vieta la rimborsabilità di moltissimi esami. Cosa sta succedendo? (r.n.)
Succede che giorno 20 gennaio del corrente anno è entrato in vigore il c.d. “Decreto per l’appropriatezza delle prestazioni di assistenza ambulatoriale”, anche detto decreto Lorenzin dal nome del ministro che lo ha ideato insieme ai suoi collaboratori. Con questo decreto ben 203 prestazioni di specialistica subiscono un drastico taglio nelle condizioni di erogabilità e di appropriatezza, limitando fortemente per i medici la possibilità di prescriverli a carico del SSN. È una vera e propria rivoluzione per gli assistiti e per i medici: cambia il modo di fare medicina e cambia soprattutto il modo e la possibilità di fare prevenzione. Non possiamo ovviamente addentrarci sul decreto che è molto complesso ed articolato, ma basti pensare ad esempio che analisi di routine come il colesterolo o i trigliceridi non possono eseguirsi se non dopo i 40 anni nello screening o che altre analisi come le transaminasi, che studiano la funzionalità epatica, possono prescriversi solo in caso di sospetta patologia epatica. Occorrerà quindi da oggi molta collaborazione e comprensione tra medici ed assistiti: non sono i medici che non vogliono prescrivere più le analisi ma sono le decisioni governative che gli impongono queste limitazioni.
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