Vittoria, Di Maio e Di Battista “riconsegnano” la casa alla famiglia Guarascio: “Ora subito una legge”

Vittoria, Di Maio e Di Battista “riconsegnano” la casa alla famiglia Guarascio: “Ora subito una legge”

VITTORIA –  A distanza di quasi tre anni a Vittoria sembra essere cambiato molto. Dalla morte del signor Giovanni Guarascio, che si diede fuoco per difendere la casa in procinto di essere pignorata, in città è stato scoperchiato il pentolone oscuro delle aste giudiziarie.

Da via Brescia e dalle sue tante case senza intonaco e con i garage alti per i camion è partita la campagna del Movimento Cinque Stelle per portare nelle aule romane la legge sull’impignorabilità della prima casa.

In Sicilia – specie nella fascia orientale – sono tantissimi i casi di pignoramento. Sono circa seimila e con la donazione di 33mila euro da parte dei deputati dell’Ars del Movimento la famiglia Guarascio ha potuto riacquistare la propria abitazione dopo aver perso il padre e dopo che la madre e un agente di polizia sono rimasti gravemente ustionati.

In una Vittoria dilaniata dalle liti interne del Movimento non si è parlato di elezioni anche se nelle ultime ore diversi sono stati gli attacchi ai pentastellati su una presunta speculazione della donazione.

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Vanessa Ferreri – deputata grillina della vicina Acate – rispedisce al mittente le accuse: “Noi siamo qui perché vogliamo che la legge sulla non pignorabilità della prima casa venga discussa dopo che è impantanata da più di un anno in commissione giustizia e finanza”.

“Non può esistere che le case vengano svendute per 20mila euro – ha proseguito – occorre una riforma per eliminare circoli viziosi dove vi sono sempre le stesse persone che hanno trovato il modo di arricchirsi”.

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I figli di Giovanni Guarascio hanno ringraziato pubblicamente tutti coloro che li hanno aiutati nella raccolta fondi e nel riacquisto della casa, con un pensiero particolare ai deputati grillini che hanno contribuito in maniera importante.

Visibilmente commosso Giancarlo Cancelleri – deputato pentastellato all’Ars – che ha risposto alle polemiche: “Questo è un gesto simbolico ma è la legge che risolve i problemi di tutti. I nostri senatori hanno chiesto di incardinare la legge sull’impignorabilità della prima casa, Oggi abbiamo aiutato una famiglia e migliaia di persone ci hanno scritto per chiedere aiuto: è chiaro che non possiamo sostenere tutti ma questo è simbolo. Serve che il Pd si decida a portare in aula il disegno di legge”.

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Sulle cifre i grillini hanno chiarito che le somme raccolte dalla sottoscrizione di Servizio Pubblico – circa 78mila euro – sono servite alla famiglia per “rimettersi in carreggiata” e a novembre è emersa la disponibilità dell’acquirente della casa di cederla alla famiglia per circa 46mila euro.

Così i pentastellati hanno contribuito con 30mila euro più 3mila per le spese notarili. Tutt’ora è in corso una inchiesta della procura iblea sui contorni della vendita all’asta della casa di Giovanni Guarascio e a breve dovrebbe concludersi.

Sgombrate le polemiche la scena è stata tutta del felpato vice presidente della Camera Luigi Di Maio e del più accalorato Alessandro Di Battista. Entrambi hanno sottolineato la valenza simbolica della donazione e hanno affrontato temi di politica nazionale non entrando né sulle vicende strettamente locali né su quelle regionali.

“La giornata di oggi è un modo di essere Stato – ha detto Di Maio -. Oggi non è merito del 5stelle se questa casa è tornata di proprietà della famiglia: qui l’unico merito è di Giovanni Guarascio per averci riunito tutti qui per far sì che un po’ di giustizia si potesse ripristinare”.

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Poi gli interventi dei due esponenti nazionali dei 5Stelle si sono soffermati sul caso Boschi, sulle banche aiutate dallo Stato e sulla stampa “prezzolata” che massacrerebbe in tv il Movimento specie dopo il caso Quarto.

Alla fine del comizio tanti sorrisi e selfie per molti grillini venuti anche da fuori provincia. Prossima tappa dei grillini sarà quella di Gela questo pomeriggio: una bella gatta da pelare dopo il sindaco “cacciato” dal Movimento e i problemi della città con l’Eni con il futuro incerto per migliaia di lavoratori.