SIRACUSA – Tra il deputato regionale Bruno Marziano e il sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo è guerra aperta. Il motivo è da ricercare nella recente nomina assessoriale di Piergiorgio Gerratana e nelle imminenti elezioni che si terranno a Rosolini e Pachino che metteranno in bilico l’elezione degli onorevoli aretusei.
Per Marziano la nomina del neo assessore Piergiorgio Gerratana è soltanto un gioco politico che mira a farlo fuori. Per questo ha annunciato la presentazione di un esposto in Procura per verificare l’ipotesi del voto di scambio. Marziano, in un’intervista rilasciataci ieri, ha spiegato il legame esistente tra Gerratana, il sindaco Garozzo, Giovanni Cafeo, capo di gabinetto del primo cittadino e suo principale competitor nelle prossime elezioni, e l’avvocato Giovanni Giuca. Quest’ultimo candidato a sindaco di Rosolini e strettamente legato all’assessore Gerratana.
“L’avvocato Giuca – dichiara Marziano – già sindaco di Rosolini, pur essendo candidato del Megafono, ha fatto filtrare l’intenzione di sostenere Giovanni Cafeo del Pd”.
A stretto giro di posta ha replicato il sindaco di Siracusa: “La scomposta reazione dell’onorevole Marziano alla nomina di Piergiorgio Gerratana ad assessore regionale ci dà la dimensione di quale stato confusionale egli viva davanti alla prospettiva di rinnovamento che lo consegnerà al meritato riposo dopo decenni di impegno politico”.
“È nota – prosegue Garozzo – l’amicizia tra Gerratana e l’ex sindaco di Rosolini, Giovanni Giuca. La confusione dell’onorevole Marziano, in vista delle mini elezioni del 5 ottobre, è tale da fargli dimenticare quanto egli stesso dichiarò a un sito di Siracusa, poco più di un mese fa, a proposito di un rimpasto nella giunta regionale: “Giuca è l’unico in grado di arginare la presenza di Pippo Gennuso in queste strane mini elezioni. È un candidato locale con un grande seguito personale, è stato sindaco di Rosolini e, soprattutto, ha una consistente esperienza politica. Dobbiamo, però, metterlo nelle condizioni di essere davvero un riferimento per il territorio. Per questo mi spenderò anch’io perché, in questo rimpasto, Crocetta lo inserisca nella sua giunta”. Parole che si commentano da sole”.
“Adesso – aggiunge il sindaco – l’onorevole Marziano ipotizza il reato di voto di scambio dietro la nomina di Gerratana, ma mi chiedo perché non abbia elaborato allora il lucido ragionamento giuridico che oggi lo porta a lanciare accuse prive di senso. Se mi sono interessato alla nomina di Gerratana? Naturalmente sì, come farebbe qualsiasi sindaco di un capoluogo che vede ridimensionata la rappresentanza degli interessi dell’intera provincia; non risulta che l’onorevole Marziano l’abbia fatto, certamente non l’ha fatto con la stessa incisività”.
Poi l’affondo finale di Garozzo: “La scelta è caduta su un volto giovane, che si interessa di informatica e agricoltura e che ha dimostrato di volersi opporre alla criminalità. Gerratana è la sintesi della politica che ci piace, che vuole cambiare e rottamare vecchi tromboni in servizio permanente effettivo come l’onorevole Marziano”.
Quest’ultimo ha diffuso un comunicato stampa al vetriolo in cui definisce la vicenda “il festival dell’illegalità, deliri di onnipotenza e volgari accordi sottobanco”.
Sulle accuse relative all’anagrafe Marziano risponde: “Io sarei il passato e Garozzo, invece, il futuro. Temo per lui che sarà uno dei tanti che si ferma al presente. Per non parlare dell’ilarità che suscita l’affermazione secondo cui la nomina di Gerratana sarebbe il frutto dell’interessamento in favore del territorio. La verità è che l’ossessione del sindaco Garozzo è di compensare nella giunta regionale, la presenza del suo rivale Ezechia Paolo Reale, avallato su questa scelta da un pezzo della componente renziana che sta devastando i rapporti interni al Partito democratico e alla maggioranza all’Ars”.
“Le dichiarazioni di Garozzo e Giuca – conclude il deputato del Pd – sono la migliore conferma dei miei sospetti e delle mie tesi di un volgare accordo di scambio politico ed elettorale e un elemento di turbativa delle elezioni”.
Pare che lo scontro non sia destinato a placarsi sino al consueto “silenzio” elettorale.