Botte, minacce e 1.000 euro ciascuno per tornare liberi: chiesti 14 anni per nigeriani

Botte, minacce e 1.000 euro ciascuno per tornare liberi: chiesti 14 anni per nigeriani

AGRIGENTO –  Una storia di violenze e ricatti arriva da Agrigento. I fatti risalgono al dicembre 2014 ma oggi il pm Ennio Petrini ha chiesto una condanna a 14 anni per i tre nigeriani che avevano sequestrato quattro giovani provenienti dal Pakistan.

I fatti risalgono a pochi giorni prima del Natale 2014: quattro giovani migranti provenienti dal Pakistan, vagano per le strade di Agrigento cercando di acquistare alcuni beni di prima necessità. Sono giovanissimi, uno di loro ha appena 16 anni, sono soli e affamati, fa freddo, non parlano bene l’italiano. Sono quindi ben felici quando incontrano altri migranti, tre giovani nigeriani,  ragazzi come loro, che  giunti in Sicilia dopo lunghi e pericolosi viaggi, pensano d’aver trovato dei buoni samaritani che li avrebbero aiutati in un periodo così difficile. Sperano in un pasto caldo e in vestiti caldi per affrontare l’inverno. Non andò così.

Arrivati nella casa dei nigeriani inizia l’inferno. Botte, calci, minacce, la richiesta di un riscatto, 1.000 euro a testa, per tornare liberi; l’aiuto di un connazionale pakistano, da più tempo in Italia, che cerca di trovare i soldi per salvarli. Tutto inutile: la somma ai tre aguzzini sembra troppo esigua e continua la reclusione, i pestaggi, l’umiliazione.

Approfittando di un attimo di distrazione dei sequestratori i giovani pakistani tentano una rocambolesca fuga. Inizia così un inseguimento per le strade di Agrigento: i nigeriani, armati di coltelli, riescono a prenderli. Alcuni fendenti colpiscono i giovani pakistani che cercano comunque di fuggire e salvarsi. Chiedono aiuto ai passanti che intervengono. Quando arrivano le ambulanze e la gazzella dei Carabinieri gli aggressori sono ormai fuggiti. 

I feriti sono stati trasportati d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, dove i medici hanno riservato la prognosi sulla vita del 16enne che aveva subito una grave ferita alla testa.

I militari hanno quindi avviato le ricerche dei responsabili e alle prime luci dell’alba hanno individuato l’abitazione, in zona quadrivio Spinasanta non lontano da dove è avvenuta l’aggressione. Lì trovano una donna e due uomini nigeriani che sono stati portati in caserma dove già si trovava un altro uomo di colore fermato all’ospedale poche ore prima.

I ragazzi pakistani hanno riconosciuto quindi i loro aguzzini e i militari hanno proceduto al fermo di indiziato di delitto per il reato di sequestro di persona ai fini di estorsione. La donna non sembra invece coinvolta nella vicenda.

Oggi si avvia la conclusione di questa triste vicenda con la richiesta a quattordici anni di reclusione, chiesti dal Pm della Dda di Palermo Ennio Petrini, con l’accusa pesantissima di sequestro di persona a scopo di estorsione, tentato omicidio e detenzione illegale di coltelli.

Il processo col rito abbreviato si celebra davanti al Gup di Agrigento, Roberto Riggio.