CATANIA – In un periodo di profonda crisi come quello attuale la casa è divenuta una vera e propria emergenza sociale eppure non sembra essere al centro dell’agenda politica.
Così, questa mattina, dinanzi alla prefettura etnea hanno manifestato le sigle S.U.N.I.A., S.I.C.E.T. e U.N.I.A.T. che “dopo mesi di sollecitazioni e richieste denunciano l’inefficacia delle risposte e richiedono ai Comuni, alla Prefettura e alla Regione un’assunzione piena di responsabilità”.
Alla manifestazione hanno aderito anche Cgil, Cisl e Uil di Catania.
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I numeri dell’emergenza sono drammatici: ogni anno a Catania e nella sua provincia, almeno 800 nuclei familiari perdono la casa.
Tra i più colpiti gli anziani, gli esodati, i giovani con figli, le donne. S
Così S.U.N.I.A., S.I.C.E.T. e U.N.I.A.T. , per bocca dei segretari Giusi Milazzo, Carlo D’ Alessandro e Sabina Marino, chiedono “ai Comuni, a partire dal Comune di Catania, di predisporre nei bilanci la somma adeguata per l’emergenza casa e l’assistenza agli sfrattati e di avviare la riqualificazione di immobili pubblici non utilizzati per accrescere l’offerta di alloggi. Alla Regione di ripartire ai Comuni immediatamente le somme trattenute indebitamente per i contributi per la morosità incolpevole e di destinare i 200milioni di fondi ex Gescal per l’edilizia popolare. Alla Prefettura di attuare una moratoria sull’invio della forza pubblica per l’esecuzione degli sfratti sino a quando i Comuni non siano in grado di avviare le procedure per assegnare i contributi per la morosità incolpevole ma anche di avviare la ricognizione degli alloggi pubblici utilizzati da chi per reddito non ne ha il diritto e la necessità”.
Secondo Giusi Milazzo è prioritario istituire, da parte del Comune, un ufficio per la mediazione tra i proprietari degli immobili e i possibili inquilini perché “il contributo erogato di 250 euro non dà garanzie a chi affitta e così si può riuscire a incrociare domanda e offerta e a recuperare qualcosa”.