La Uil dice no alla Tasi sulla prima casa, Parisi: “Catania ha le cifre più alte rispetto al resto d’Italia “

La Uil dice no alla Tasi sulla prima casa, Parisi: “Catania ha le cifre più alte rispetto al resto d’Italia “

CATANIA – Hanno alzato la voce i rappresentanti della Uil Catania, in merito alla “Tasi” sulla prima casa che renderà esorbitanti i prezzi delle bollette per le famiglie catanesi.

“Ai catanesi la Tasi sulla prima casa costerà mediamente 235 euro. Il saldo,da pagare entro il 16 dicembre, 118. Sono cifre più alte rispetto al dato nazionale che prende in considerazione le sole città capoluogo – 203 euro il totale, 106 euro il saldo – e la “forbice” si allarga nel confronto con la media relativa a tutti i Comuni. Questi sono numeri, non giudizi politici”.

Ad affermarlo è il segretario generale della Uil etnea, Fortunato Parisi, commentando i risultati del “rapporto Tasi” dell’ufficio politiche territoriale Uil: “Questi sono soldi dei cittadini, nel cui interesse offriamo all’amministrazione locale disponibilità al confronto rivendicando, però, massima attenzione nella spesa sociale”.

“Nell’elaborazione – continua Parisi –  curata dall’Ufficio Politiche territoriali, guidato dal segretario confederale Guglielmo Loy, si dà atto che Catania prevede esenzioni per abitazioni in A/4, A/5 e A/6 insieme con una detrazione fissa di 50 euro per abitazioni in A/2 e A/3. 

“La Uil vuole solo a ribadire, come già fatto lo scorso anno, che a Catania non si fa distinzione tra le famiglie con figli e quelle senza figli, mentre è concreto il rischio di iniquità contributive ai danni di chi ha un’abitazione e di medio-alto valore catastale ma reddito basso.”

“Per costoro sollecitiamo al Comune ad un particolare impegno già a partire dalle prossime discussioni di bilancio. Intanto, proprio alla luce delle considerazioni appena fatte, salutiamo con favore e qualche preoccupazione l’ormai imminente scomparsa della Tasi”

“Per noi – conclude il leader della Uil di Catania – ogni riduzione del carico fiscale è benvenuta
anche perchè l’81% dei proprietari di un’abitazione principale sono lavoratori e lavoratrici dipendenti, pensionate e pensionati. Non vorremmo che, per rimediare al taglio di una tassa, si abbattano rincari sulle tariffe per gli asili nido, i trasporti, la raccolta rifiuti. Che, francamente, costano già troppo!”.