SicilyMade: tre spettacoli sul corpo a Scenario Pubblico

SicilyMade: tre spettacoli sul corpo a Scenario Pubblico

CATANIA – Sabato 5 dicembre alle ore 20.45 SicilyMade a Scenario Pubblico con replica domenica 6 dicembre alle ore 19,00. 

I tre danzatori coreografi protagonisti saranno Ilenia Romano, Simona Miraglia e Stellario Di Blasi che, con tre modi diversi di interpretare la danza, daranno vita a tre spettacoli differenti con un elemento in comune: il corpo.

Il primo spettacolo è quello di Ilaria RomanoOneWomanClichéShow: una performance sul Cliché, definito dalla Romano “cruda e inesorabile etichetta di qualcosa collettivamente ritenuto banale, scontato, spesso fastidioso, ma che, poiché nato da visioni, costumi, atteggiamenti, norme etiche, pensieri e condivisi negli anni e nei secoli, nell’Arte come nella Vita di cui è specchio, diventa vero e proprio archetipo nel momento della consapevolezza”.

Lo spettacolo tenta di esorcizzare lo stereotipo “attraverso una sorridente affermazione e accettazione dell’essere cliché vivente, del “sono e non vorrei”, del “non sono e vorrei essere”, del “vorrei ma non posso”, del “devo ma non voglio eppure posso”.

Romano

Il secondo spettacolo, a cura di Simona Miraglia, Il Sesso (il sogno), andrà in scena insieme ad Alessandro Sollima su montaggio musicale di Fernando Roldan Ferrer. Un progetto che rappresenta il secondo tassello di uno studio coreografico sui nuovi confini del genere femminile, il cosiddetto femminicidio. Un tema drammaticamente d’attualità affrontato però in chiave ironica e anche un po’ surreale. Un sogno che segna il racconto di una favola antica, un passato che continua a galvanizzare il nostro presente e che per questo diventa incubo.

“Una razionalità tragica e agghiacciante in una dimensione onirica”, sostiene la Miraglia.

Miraglia

L’ultimo spettacolo ad andare in scena sarà quello ideato e coreografato da Stellario Di Blasi con “La medesima ossessione: il corpo”. 

Stellario danzerà insieme a Marco Saija sulle musiche originali e improvvisate dal vivo da quest’ultimo. Uno spettacolo molto fisico che attraverso il corpo virile, simbolo di una fragilità umana scissa tra il finito e il non finito, viaggia dentro e oltre il limite del non luogo: la nostra condizione moderna. In scena l’ossessione di un groviglio interno di sentimenti, una metamorfosi di emozioni e sensazioni che rivelano la percezione di un’umanità incompleta divisa tra la natura istintiva e divina.

“È l’immagine costantemente cangiante di un essere deportato in una dimensione atemporale ingabbiata fatta di ordine e disordine. È la disperata solitudine dell’uomo in un declino privo di speranza, la condizione dell’esistere come essere abbandonato sulla terra e relegato dalla sua condizione originale. Sesso, lotta, violenza, solitudine e fede sono gli elementi che definiscono quest’uomo”, commenta l’artista.