Messina: continua l’emergenza idrica e intanto si attiva il bypass

Messina: continua l’emergenza idrica e intanto si attiva il bypass

MESSINA – L’emergenza idrica a Messina non sembra destinata ad essere risolta in tempi brevi. A seguito della recentissima frana verificatasi nei pressi di Calatabiano, smottamento a cui è puntualmente seguita una nuova rottura delle condutture idriche, i cittadini devono ancora fare i conti con la mancanza di acqua.

Intanto è stato attivato il bypass tra la condotta di Fiumefreddo e quella Alcantara, aumentando così la ‘portata’ fino a cinquecento litri al secondo per soddisfare quasi la metà del fabbisogno giornaliero della città.

L’emergenza idrica ha avuto origine da una serie di frane che lo scorso ottobre, complice il maltempo, hanno interessato il messinese. Come avvenuto anche ieri, ciascuno smottamento ha determinato il malfunzionamento se non addirittura la rottura delle condutture idriche. Si è pensato quindi, a causa degli evidenti disagi che hanno interessato la popolazione e i dipendenti delle strutture pubbliche, di ovviare al problema dapprima riapprovvigionando i messinesi di adeguate scorte di acqua (autobotti, cisterne, ecc.) e successivamente costruendo il bypass in grado di ricollegare le zone in emergenza con le condotte ancora funzionanti.

Tutto ciò però non è servito a molto: l’Amam, azienda che gestisce le condotte idrauliche a Messina, ha annunciato che alcune zone della città zanclea potrebbero ancora rimanere a secco.

Il bypass, capace di veicolare circa la metà della richiesta quotidiana di acqua, verrà per così dire potenziato dal ricorso a mezzi ausiliari quali autobotti e cisterne che verseranno l’acqua direttamente nelle condutture della città. Gli accordi prevedono comunque che in questo caso il diritto di precedenza spetti ad ospedali,  case di cure, mense e scuole.

A sottolineare lo stato di emergenza è anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti: “È assolutamente inaccettabile quello che sta accadendo e che da 10 giorni non ci sia acqua. Siamo intervenuti con gli uomini della protezione civile nazionale. E se per la parte bassa della città si prevedono ancore 2 o 3 giorni di sofferenza, non può dirsi lo stesso per quella alta”.