PALERMO – Trattare con il governo nazionale per uscire dal guado e trovare la quadratura dei conti. È questa la missione capitolina di Rosario Crocetta che, nonostante i suoi auspici, non ha ancora pronta la nuova giunta regionale.
In un’intervista rilasciata a La Sicilia il presidente della Regione mette fretta agli alleati e si dice pronto a creare un governo politico ma di suo gradimento visti i tentennamenti delle ultime ore.
Inoltre Crocetta ha spiegato che già dall’estate si parla di rimpasto e ciò – in vista della certificazione della spesa europea 2007-2013 – non ha aiutato il lavoro degli attuali assessori che si sono sentiti “delegittimati” e in bilico.
Comunque oggi il presidente si dedicherà agli incontri a Palazzo Chigi e domani sarà in visita a Tunisi e da lì potrebbe arrivare l’annuncio di “una giunta del presidente dall’altissimo profilo”.
“Il tempo è scaduto – spiega il governatore – non accetterò di far restare ulteriormente la Sicilia nella palude. I partiti facciano la loro parte responsabilmente, depongano i bilancini degli assessorati, indichino i loro nomi e si vada avanti rapidamente. Domani voglio dare una nuova giunta alla Regione. Con i partiti o decidendo autonomamente”.
L’area dei renziani capeggiata da Davide Faraone chiede 3 posti in giunta, due i cuperliani di Cracolici e trattive in corso ci sono con Sicilia Futura.
Per Nello Musumeci “chi sostiene e sosterrà il governo regionale e il suo presidente pagherà un prezzo altissimo nel confronto elettorale, che prima o poi ci sarà. Resto ancorato all’idea che chi vince governa, chi perde fa opposizione e prepara l’alternativa. La pagina vergognosa che da tre anni offre la politica siciliana, invece, è all’insegna del peggiore trasformismo e della “compravendita” dei deputati”.
E il presidente dell’antimafia regionale chiede le elezioni anticipate. Anche il capogruppo all’Ars dei forzisti Marco Falcone ha attaccato l’operato del governatore: “Con questo ennesimo governo regionale Crocetta e il Pd danno vita, senza alcuna vergogna, alla grande ammucchiata di incapaci, transfughi e faccendieri che finalmente coronano il loro sogno di gestire potere, garantirsi posizioni, occupare poltrone e acquisire ulteriori strapuntini”.
“Mi pare che le premesse dei nastri di partenza siano le peggiori – ha incalzato Falcone – per mettere in campo uno straccio di progetto credibile rispetto alle tante, troppe emergenze siciliane”.