Terzo comune della provincia catanese che è riuscito ad approvare il bilancio di previsione 2026/2028 nei termini previsti dalla legge e per il terzo anno consecutivo, il numero perfetto, a questo punto, sembrerebbe un gradevole leitmotiv qui a Camporotondo Etneo per la doppia soddisfazione del sindaco Filippo Rapisarda che ha anche la delega al bilancio. Trattasi senza dubbio del risultato di un duro lavoro di squadra tra costanza e competenze di “tutti i dipendenti comunali ed in particolare alla nostra Responsabile dell’Area Finanziaria per l’amore che riversa nel lavoro e al nostro Segretario Comunale per il lavoro di raccordo che svolge quotidianamente” come ci tiene a precisare lo stesso Primo Cittadino su un post pubblicato sul suo profilo social. Una notizia che dovrebbe essere la norma ma che, purtroppo, da troppo tempo è diventato un evento di una straordinarietà quasi disarmante, considerando l’esiguo numero di comuni che possano fregiarsi di aver raggiunto questo ambito traguardo. Una premessa utile anche nel formulare quattro domande al dottore Filippo Rapisarda raggiunto da noi telefonicamente e a cui abbiamo chiesto:
Quali sono state le difficoltà rispetto agli altri anni?
“Le difficoltà in realtà sono le stesse del passato come quella di far quadrare i conti, l’uso delle somme disponibili con le necessità dell’ente e dei cittadini, unita alla necessità di farlo con il numero esiguo di personale che abbiamo”.
Secondo lei perché solo tre comuni nella provincia di Catania sono riusciti ad approvare il bilancio?
“Credo che siano così pochi gli enti in Sicilia, non so in Italia, che approvano i bilanci in tempo per una serie disparata di motivi: il poco personale, la difficoltà di gestire l’ordinario è anche la poca visione politica nel comprendere l’utilità di avere un bilancio approvato nei tempi, non ultimo anche la poca motivazione indotta dal fatto che chi dovrebbe vigilare, o chi comunque è un ente superiore ai comuni, poi aiuti chi “si crea la difficoltà” (non che lo sia in difficoltà) del dissesto è un paradosso considerando che lo stesso dovrebbe anche, in qualche modo, incentivare chi fa bene visto che sono così pochi, un incentivo che in qualche modo dovrebbe motivare gli altri a fare bene”.
In parte mi ha anticipato la terza domanda dove le avrei chiesto: perché secondo il suo post che ha pubblicato sui social chi fa bene non viene premiato?
“Infatti, come le ho anticipato nella risposta precedente, se tu devi fare un grosso sacrificio come il limitare l’ordinario per arrivare ad approvare il bilancio, e poi nessuno ti dice bravo e neanche hai una gratificazione, insomma, poi magari a lungo andare molli la presa e sinceramente non so il perché non diano questa sorta d’incentivo. Probabilmente perché le risorse non sono sufficienti, perché i comuni in dissesto comunque sono poco funzionali e gravano anche sulla regione, penso per una serie di motivi ovviamente ci sarà un razionale che al momento mi sfugge”.
A questo punto: che premio darebbe a chi è riuscito nei tempi previsti dalla legge?
“In passato era prevista una premialità in somme da reinvestire e potrebbe essere un’idea, se proprio dovessi proporre una mia idea alternativa darei la possibilità di poter assumere più personale cosa che in maniera indiretta già succede, perché se hai i bilanci sani e approvati puoi assumere, ma rispetto a quella che è la tua capacità a bocce ferme di bilancio te ne farei assumere come premialità in più.”



