Palazzo degli Elefanti, il Duomo di Catania racconta la storia del Liotru

Palazzo degli Elefanti, il Duomo di Catania racconta la storia del Liotru

CATANIAPiazza Duomo diventa il teatro di una delle storie più folkloristiche del capoluogo etneo, quella del Liotru, proiettata direttamente sullo storico Palazzo degli Elefanti.

L’iniziativa, promossa dall’agenzia creativa Sullaluna con il nome di “Pietra Canta“, intratterrà il popolo catanese nei giorni del 25, 26, 27 e 28 dicembre.

Lo spettacolo “Pietra Canta”, tra mito e leggenda

L’intero evento si basa sulla tecnica del videomapping, uno strumento narrativo capace di raccontare e valorizzare la storia della città di Catania tramite l’impiego di proiettori e strumenti tecnologici all’avanguardia.

Un vero e proprio spettacolo visivo a cui, inoltre, si aggiungerà anche la voce narrante del presentatore Ruggero Sardo, il quale guiderà il pubblico, passo dopo passo, attraverso la nascita del progetto. A finanziare l’intero spettacolo è il Comune di Catania, tramite l’imposta di soggiorno proprio nel centro storico cittadino.

La prima proiezione si terrà così il 25 dicembre, alle ore 17:00, seppur già dal giorno 22, e fino al 24, sarà possibile scorgere il prospetto centrale del Palazzo degli Elefanti illuminato e animato dalle numerose scenografie che andranno a illustrare il racconto del Liotru.

Pietra Canta

La storia del Liotru

Come già anticipato il tema centrale dell’esibizione sarà la storia del simbolo di Catania: il Liotru. Ma in cosa consiste, effettivamente, la leggenda di cui siamo testimoni ogni giorno, quando passiamo per la celebre piazza del centro storico?

La storia vede le proprie origini intorno all’ottavo secolo, con protagonista uno stregone di nome Eliodoro. Quest’ultimo ambiva in particolar modo alla carica di vescovo della diocesi, titolo che tuttavia gli venne “rubato” da Leone II, detto il Taumaturgo (La cui storia abbiamo affrontato qui).

L’invidia provata dall’uomo fu così tanto feroce che decise di animare la statua dell’elefante, da lui creata, in modo da poterla cavalcare. Deriverebbe, quindi, da qui il nominativo “U cavaddu i Liotru”, traducibile in maniera letterale con “Il cavallo di Eliodoro”.

A porre fine alla follia dello stregone fu poi lo stesso Leone II, il quale lo condannò al rogo.