CATANIA – “Non si tratta soltanto di una demolizione, ma del primo passo verso quello che sarà il presente e il futuro dell’aeroporto di Catania e, più in generale, della Sicilia orientale”. Così l’ad della Sac Nico Torrisi ha commentato l’inizio dell’abbattimento del Terminal Morandi, tassello del Programma 2030 che permetterà di sviluppare l’idea di Catania Hub del Mediterraneo dell’aeroportualità.
In mattinata la dirigenza di Sac, insieme ai soci e le aziende che realizzeranno i lavori, si è riunita in aeroporto per illustrare il progetto. “E’ stata una belle riunione. Abbiamo visto il progetto – ha spiegato l’assessore comunale all’Urbanistica Luca Sangiorgio – è bello e internazionale, di ampio respiro”. Anche il Comune è d’accordo sul nuovo ruolo che giocherà il Vincenzo Bellini. “Il potenziamento dello scalo aereo è un volano per tutto il territorio – ha spiegato l’assessore – l’aeroporto diventa hub internazionale e il Comune dovrà fare la sua parte. C’è la massima collaborazione, la mia presenza la testimonia, e conferma il compito che avrà il Comune: cioè agevolazione dell’accesso dalla città all’aeroporto. Faremo anche da
Arrivato a Catania, il presidente Enac Enrico De Palma non è stato tenero con la burocrazia che negli anni ha ritardato l’avvio dell’abbattimento del terminal. “Oggi abbiamo superato un ordinario problema di ordinaria burocrazia italiana. Dopo tanto tempo si riesce finalmente ad avviare un lavoro che consentirà all’aeroporto di Catania di crescere in maniera significativa, arrivando – come riteniamo possibile – fino a trenta milioni di passeggeri”.
De Palma ha fatto riferimento alla barba bianca dell’amministratore delegato dell’aeroporto per lasciare intendere il tempo passato dalla prima volta in cui si è parlato del piano Enac che vuole Catania hub del Mediterrano. Era il 2022. “Con l’amministratore delegato (Nico Torrisi ndr), che oggi ha la barba bianca, ne parliamo da quando non l’aveva – ha detto De Palma – Essere qui, da presidente dell’Enac, per avviare questo abbattimento è particolarmente significativo. Si tratta di un intervento che, dal punto di vista economico, ha un valore anche contenuto, ma che assume un forte significato simbolico e operativo. Basti pensare che oggi, in sessanta-settanta giorni, si riuscirà ad abbattere il Morandi, mentre si sono persi dieci anni per le vicende burocratiche. Il vero nodo è stato quello della burocrazia autorizzativa”.
Neppure Torrisi dimentica. “Abbiamo combattuto contro una certa burocrazia che ci ha fatto accumulare importanti ritardi ed è stato un peccato. Da parte nostra eravamo pronti e lo saremo ancora di più, non solo per rispettare i tempi dell’abbattimento del Morandi, ma soprattutto per realizzare la nuova infrastruttura. Abbiamo bisogno di spazio – ha ribadito ancora una volta l’amministratore della Sac – i servizi ai passeggeri devono essere migliorati e per farlo, sia in termini quantitativi sia qualitativi, serve spazio”.
Il commissario della Camera di Commercio del Sud Est, Antonio Belcuore, è andato ancora piu indietro nel tempo. “Mi piace sottolineare che questo percorso è iniziato alla fine degli anni Ottanta con la Camera di Commercio. Con l’intuizione di Asac, diventata Sac, e continua ad avere un ruolo importante come socio di maggioranza. Al momento sto completando quel percorso, che ha visto il culmine nel 2019 con l’indizione delle procedure per la privatizzazione dello scalo. Per questo mi sento di dire – ha spiegato Belcuore – che le imprese che già oggi beneficiano del servizio dell’aeroporto di poter sfruttare un impatto considerevole, che ci permetterà ad elevare i nostri standard”.
L’investimento complessivo stanziato per l’operazione è di oltre 3 milioni di euro. Le attività di cantiere si articoleranno secondo un cronoprogramma rigoroso con l’obiettivo di ultimare la demolizione entro la primavera del 2026.



